Vaccini: via tra polemiche a dipendenti assessorato Sardegna

Sardegna

Somministrazioni al Brotzu ai primi 50 della direzione Sanità

Si parte oggi tra le polemiche con i vaccini di AstraZenica ai dipendenti dell'assessorato Sanità della Regione Sardegna. L'appuntamento dalle 18 al centro vaccinale dell'azienda ospedaliera Brotzu di Cagliari per coloro che hanno dato la disponibilità alla somministrazione rispondendo alla mail dell'8 marzo scorso: una cinquantina in tutto.

Dopo la denuncia del consigliere regionale dei Progressisti Massimo Zedda, che ha puntato il dito sulla scelta delle priorità, l'assessore Mario Nieddu ha già spiegato che "dall'inizio dell'emergenza il personale degli uffici della direzione generale è in prima linea anche per il rapporto diretto con gli operatori sanitari impegnati sul fronte del virus, con grandi rischi". Ribadendo che "la campagna sta seguendo in modo puntuale le indicazioni stabilite a livello nazionale: chi non rispetta le priorità del piano commette un illecito. Non abbiamo niente da nascondere. Non è accettabile che si getti fango su chi ha sempre rispettato le regole".

Ma il capogruppo dei Progressisti Francesco Augus non ci sta. E ieri su Facebook ha dichiarato: "Il 21% delle dosi somministrate in Sardegna sono finite a categorie che nulla hanno a che vedere con chi sulla carta avrebbe dovuto avere la priorità e solo il 30% delle dosi è stato somministrato a ultrasettantenni e a pazienti cronici.

Ma in questo marasma - attacca l'esponente dell'opposizione - si è trovato il tempo per vaccinare sindaci e intere giunte comunali, dipendenti di uffici che non hanno contatto con il pubblico o sono addirittura in smart working, i parenti dei farmacisti di Oristano, le persone che si sono trovate a passare per caso al posto giusto al momento giusto". "In questo valzer delle priorità, solo una cosa è certa - conclude Agus sul social - saranno vaccinati per ultimi i figli di nessuno. I commessi dei supermarket, i rider, chi lavora in un cantiere edile, in una cucina, dietro a un bancone, in un salone di bellezza, tra gli scaffali dei negozi 'indispensabili' aperti anche in zona rossa. Chi serve ai tavoli, chi mette benzina".

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