"Una impresa titanica ma irrinunciabile"
La battaglia per la piena parità tra uomini e donne la conduce su più piani: nel suo lavoro di avvocata, nella società, nella sua attività di autrice e in famiglia. Claudia Rabellino Becce, savonese d'origine, cagliaritana d'adozione, moglie e madre di due gemelli di 12 anni, Lilli e Giovanni, nella giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne racconta, in un colloquio con ANSA, le difficoltà nel crescere una figlia e un figlio senza pregiudizi di genere. "Perché è dalla cultura e dall'educazione che bisogna partire. Ma a volte mi pare di lottare contro i mulini a vento - confessa - la nostra società è ancora profondamente patriarcale. Sin da piccoli i bambini respirano questa cultura che si esprime in frasi apparentemente innocue ma che tradiscono già una narrazione maschilista".
Di esempi ne può fare tanti. "Giovanni che sbotta 'mia sorella è nervosa perché è in quel periodo', Lilli che spesso mi ripete 'io non farò il liceo scientifico come mio fratello perché non sono abbastanza brava in matematica', a dispetto di evidenze scolastiche diverse. Poi ci sono i mille comportamenti della quotidianità, apparentemente normali, ma frutto di stereotipi. Giovanni che fa la faccia storta quando si tratta di dare una mano a sparecchiare la tavola, perché 'non è cosa da maschi', Lilli che quando si fa un panino spontaneamente lo prepara anche per il fratello, ma mai viceversa, perché la propensione alla cura è un nostro attributo". Claudia Rammette: "È difficile offrire un punto di vista differente sradicando convinzioni subdole perché inconsapevoli. Io ci provo portando esempi concreti e cercando di dare strumenti che sviluppino un pensiero critico. Recentemente ho letto una frase che ho fatto mia: non insegnare a tua figlia a difendersi, educa tuo figlio. L'eliminazione della violenza di genere e l'affermazione dell'uguaglianza dei diritti parte da qui".
Non si stanca di ripetere ai suoi figli frasi come "e se questa cosa la dicessero/facessero a tua sorella/mamma?". Oppure: "perché pensi/dici così? Ti sembra giusto? E se provassi a pensare/parlare/agire diversamente?". Claudia svela che sul comodino dei gemelli sono passati vari libri, da "Storie della buona notte per bambine ribelli", al racconto delle avventure spaziali di Samanta Cristoforetti, al manuale per ragazze rivoluzionarie. E parla anche delle sue frustrazioni, quando i suoi sforzi sembrano improvvisamente vanificati "da quello che circola sui social media, in certi programmi tv o nei testi di alcune canzoni: essere madre ti costringe a metterti perennemente in discussione. Non hai un libretto di istruzioni e non sei mai certa di fare bene. A volte ti rendi conto di essere tu stessa vittima di pregiudizi e allora devi lavorare prima su quello. In ogni caso è un'avventura straordinaria". Un'avventura da portare avanti con costante consapevolezza. "La famiglia - sottolinea Claudia con convinzione - è il luogo dove deve iniziare la cultura della parità a partire dall'esempio delle dinamiche tra i genitori, e l'identità di valori con il partner è fondamentale. Poi, però, società e scuola devono remare nella stessa direzione, altrimenti si rimane dei Don Chisciotte".