Lavoro e migrazioni al centro del festival, 16 film in concorso
di Maria Grazia Marilotti
Carbonia si proietta nel mondo con un festival cinematografico a tema. Una rassegna che, sullo sfondo del lavoro e delle migrazioni, racconta le tensioni e i disagi sociali del presente.
Il Carbonia Film Festival ritorna per la decima edizione, dal 6 all'11 ottobre, con proiezioni e incontri in presenza al Teatro Centrale, nel rispetto delle misure anticontagio, e sul web, tra dirette online e "sale virtuali" per i film in prima nazionale, disponibili gratuitamente, solo nel territorio nazionale all'indirizzo https://online.carboniafilmfest.org per 48 ore dal momento della messa online, con un limite di 1000 posti virtuali.
La città mineraria è il contesto appropriato, tanto sono radicati nel territorio, sin dalla fondazione, i temi, elaborati in linguaggio cinematografico. Il cuore della rassegna, organizzata dal Centro Servizi Culturali Carbonia della Società Umanitaria, diretto da Paolo Serra, e dalla Cineteca Sarda, è il Concorso internazionale nelle sezioni Lungometraggi e Corti.
In lizza 16 film che spaziano tra i generi. "Quanto di meglio il nuovo cinema d'autore internazionale ha prodotto nell'ultimo anno", ha spiegato Francesco Giai Via, direttore artistico intervenuto in streaming. Otto i lungometraggi: "Bloody Nose, Empty Pockets" di Bill e Turner Ross; "Los Conductos" di Camilo Restrepo; "Dats of cannibalism" di Teboho Edkins. In concorso anche "Mogul Mowgli" di Bassam Tariq; Working Girls di Anne Paulicévich e Frédéric Fonteyne; "Eeb Allay Ooo" di Prateek Vats; Europa Based in a true story" di Kivu Ruhorahoza; "Overseas" di Sung-a Yoon.
Otto anche i corti. "Logical Exits" di Mahdi Fleifel; "The blue star" di Valentin Noujaïm; "So what if the goats die" di Sofia Alaoui; "South" di Morgan Quaintance; "Genius Loci" di Adrien Mérigeau; "Character" di Vera Brunner-Sung; "Salsa" di Igor Dimitri; "The names have chanced, including my own and truths have been altered" di Onyeka Igwe.
Per questi ultimi sarà affiancata alla giuria di esperti una speciale, formata da spettatori da tutta Italia di età compresa tra i 20 e i 30 anni. I film sono frutto di una rigorosa selezione, con un riguardo in particolare ai nuovi talenti, alla capacità di innovare, sperimentare e ampliare l' espressività del linguaggio del cinema. "Un viaggio tra le due Americhe, Asia, Africa e Europa, attraverso le culture e le contraddizioni contemporanee", ha evidenziato Paolo Serra.
La riflessione sui temi cardine trova spazio anche nel fitto calendario di eventi collaterali tra mostre, incontri, performance. Una rassegna che cade in un anno difficile per il cinema, abbatte i confini regionali e dialoga con la città.
Spazio anche ai corsi di perfezionamento dedicati alla settima arte, sempre sulla rete, in collaborazione con il collettivo LaComune.
Oltre ai film in concorso saranno proiettati alla presenza dei protagonisti; "Spaccapietre" dei fratelli De Serio, Assandira di Salvatore Mereu, Rosa Pietra Stella di Marcello Sannino, Padenti di Marco Antonio Pani, Inferru di Daniele Atzeni, Progresso Renaissance di Marta Anatra.
Tra le "perle" del festival due mostre allestite alla Mediateca Comunale. La prima, inedita, è un viaggio nella produzione di Sarah Mazzetti, autrice dell' immagine 2020 del festival. La seconda è "Banditi a Orgosolo - Immagini dal film", dedicata al capolavoro di Vittorio De Seta. Elogio alla fotografia, uno degli elementi della pellicola più apprezzati dalla critica.
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