Sanità: in Aula scontro schieramenti su ripristino otto Asl

Sardegna

Gallus (Udc), superare Ats, Ganau (Pd) costi in più per 3,5mln

Il testo che ripristina le vecchie otto Asl in Sardegna ha superato il primo step. L'Aula ha approvato il passaggio agli articoli con 30 voti a favore, 19 contrari e 2 astenuti. La discussione generale si è conclusa con l'intervento dell'assessore della Sanità Mario Nieddu, che ha indicato gli obiettivi della riforma. "La filosofia è chiara - ha detto - superare il modello di governance della Asl unica salvandone alcuni aspetti positivi. L'Ares, l'Azienda regionale della salute che prenderà il suo posto, lavorerà su economie di scala con l'accentramento degli acquisti che consentirà di realizzare importanti risparmi nella spesa".

"Il risparmio però - ha chiarito - deve essere virtuoso, non deve portare al blocco del turnover. Noi vogliamo potenziare la medicina territoriale. Lo dimostra il fatto che quest'anno abbiamo riattivato i corsi per medici di emergenza territoriale che non si facevano da 15 anni". L'esponente della Giunta Solinas ha parlato di "una riforma coraggiosa che darà frutti migliori della precedente: lo smantellamento dell'Ats libererà il management da molti compiti lasciandogli tutto il tempo per dedicarsi alla vera missione delle Asl, cioè erogare servizi". Poi ha risposto a specifiche questioni poste durante gli interventi. "Non ci sarà alcun poltronificio - ha specificato - le Asl sostituiranno le attuali aree dell'Ats". In secondo luogo: "La riforma procederà per tappe, ora si interviene sulla governance, tutto il resto verrà in una seconda fase. Si farà la rete ospedaliera, le reti territoriali, le reti di cura".

Nieddu ha replicato anche a chi sostiene che sia inopportuno approvare una riforma durante la pandemia: "Utilizzare l'emergenza Covid per dire che bisogna bloccare la riforma è sbagliato, abbiamo dimostrato di saper affrontare le difficoltà, una eventuale seconda ondata potrà essere fronteggiata con più tranquillità rispetto al passato". "Oggi, infatti - ha sottolineato - abbiamo strumenti che prima non avevamo. Il governo ha inoltre finanziato il potenziamento delle terapie intensive e creato le Usca che sono pienamente operative". Insomma: "Siamo in grado di gestire la riforma e un eventuale ritorno della pandemia". Lunedì alle 9.30 la commissione Sanità si occuperà di setacciare gli emendamenti, la seduta dell'Aula è programmata per le 11.

OPPOSIZIONI, RIFORMA PROMUOVE SISTEMA VECCHIO - Un bluff, una legge che ripropone un sistema vecchio e che privilegia il privato sul pubblico. E' la riforma della Sanità secondo gli esponenti dell'opposizione intervenuti oggi in Aula in fase di discussione generale. Secondo Michele Ciusa (M5s) "la maggioranza ha pensato più al potere ignorando il grido di dolore di operatori sanitari e cittadini". Massimo Zedda (Progressisti) ha ricordato che "la Sardegna è l'esempio unico al mondo di un sistema sanitario che cambia con una riforma durante una pandemia che ha colpito tutto il pianeta, una responsabilità enorme che dovrebbe consigliare di attendere almeno qualche mese". Anche Cesare Moriconi (Pd) ha invitato la maggioranza a fermarsi: "Si ripropone un sistema nato nel '95 che risaliva a sua volta nell'81, come se il tempo trascorso non ci avesse insegnato nulla, senza dimenticare che la pandemia ha aggravato tutto". Roberto Li Gioi (M5s) ha insistito su "una legge bluff che nasconde a malapena un grande progetto di occupazione di posti di potere".

Anche per Eugenio Lai (LeU) la legge rappresenta "un ritorno al passato". Tutti della maggioranza i consiglieri che hanno promosso la riforma. Nico Mundula (FdI) ha sottolineato che il riordino è necessario "per superare la visione basata sull'azienda unica", Giovanni Antonio Satta (Riformatori) si è soffermato "sull'importanza delle nuove tecnologie nella gestione dei servizi sanitari: bisogna puntare a una sanità sempre più digitale in grado di garantire cure da remoto. E' una sfida obbligata". Annalisa Mele (Lega) ha sostenuto che la riforma "è coraggiosa". Giovanni Satta (Psd'Az) ha invece chiesto un impegno sul Mater Olbia: "E' una risorsa importante se gestita come si deve, deve essere integrata nel sistema pubblico e nella ricerca universitaria". Per Giorgio Oppi (Udc) il ritorno al passato non è un problema, "magari si tornasse al passato": "I problemi sono iniziati nel 2006 quando Soru ha deciso di caricare la spesa sanitaria sul bilancio regionale. Poi sono arrivate le gestioni Dirindin e Moirano. Il sistema adesso ha bisogno di correzioni".

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