Escursioni in barca, da Alghero sos per ripartenza

Sardegna

Si infrangono i sogni dei piccoli imprenditori turistici

Una barca comprata per realizzare un sogno e trasformare in professione la propria passione per il mare. Una partita Iva aperta e tenuta inattiva fino alla stagione turistica. Ma ora la scommessa di Fabrizio Costanzo, imprenditore algherese di 26 anni, rischia di naufragare prima ancora che l'imbarcazione per escursioni nella baia di Alghero molli gli ormeggi. Senza aver ancora fatturato un euro, il giovane appassionato di mare e viaggi parla di sè ma punta i riflettori sul rischio di default che solo ad Alghero potrebbe interessare una quindicina di società di escursioni e oltre 40 lavoratori. "Avendo tenuto la partita Iva inattiva sino all'inizio dell'attività estiva non ho diritto a bonus e altri sostegni", spiega all'ANSA il titolare di SeaSpirit con un sorriso amaro.

Ma è in buona compagnia. "Siamo stagionali e siamo stati dimenticati, stiamo ancora aspettando i 600 euro", fa eco Martina Masala, che lavora nello stesso settore per Off Shore Tour. "Meriteremmo decisamente più attenzione - sottolinea - perché è vero che lavoriamo per aziende private, ma spesso assolviamo un servizio pubblico di informazione turistica che andrebbe tutelato, incoraggiato e favorito". Il riferimento è al fatto che i banchetti dei vari operatori lungo tutta la passeggiata Garibaldi sono il primo contatto tra Alghero e i turisti. "Forniamo cartine, diamo indicazioni e consigli, ma tutti - denunciano - si sono dimenticati di noi e non ci contempla nessuna misura a supporto della ripresa".

Sul ruolo degli operatori del comparto insiste anche Silvia Maganuco di Escursi, agenzia algherese che gestisce via web escursioni in tutta l'Isola, con 250 destinazioni tra mare, terra, archeologia e storia delle città, a iniziare dalla città catalana. "Siamo nella più totale incertezza e il nostro ruolo non è in alcun modo riconosciuto", lamenta. Masala e Maganuco lavorano al fianco di Fabrizio Costanzo, che dopo alcuni anni nel settore ha deciso di mettersi in proprio. Con la determinazione dei loro pochi anni e la motivazione di chi ama il proprio lavoro lanciano un appello. "Dal comune alle altre istituzioni, chiediamo regole, strumenti, incentivi e sgravi per iniziare la nostra fase 2 - incalza il titolare di SeaSpirit - siamo realtà piccole e rischiamo di soccombere se non ci alleiamo tra di noi e se non ci aiuta chi ha il dovere e il potere di farlo".
   

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