Rapporto Caritas, povertà raddoppiata

Sardegna
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15mila persone hanno chiesto aiuto a Cagliari, 90mila i pasti

(ANSA) - CAGLIARI, 20 DIC - Una Sardegna povera che soffre per la mancanza di lavoro, per gli impieghi precari o per la cassa integrazione, che paga lo scotto dello spopolamento ma anche dell'emigrazione dei giovani. È lo spaccato che emerge dal 'Dossier Caritas Cagliari 2019', secondo il quale la povertà in Sardegna tra il 2010 e quest'anno è quasi raddoppiata, passando dal 10 al 19%. Il primo dato messo in evidenza dall'analisi della Caritas riguarda l'aspetto regionale e il calo della popolazione: negli ultimi due anni in Sardegna si sono perse 14mila unità, soprattutto nei piccoli Comuni. Grave è la diminuzione dei giovani con un calo di 13mila unità tra il 2017 e il 2018. Parallelamente proprio le giovani generazioni, tra i 15 e i 29 anni, soffrono la mancanza di lavoro con 23mila occupati: 9 mila in meno rispetto al 2010. Sul fronte della disoccupazione il numero si assesta intorno alle 105mila unità.
    Proprio questi elementi hanno fatto raddoppiare la povertà in meno di dieci anni. E proprio in questo contesto si inserisce l'attività della Caritas di Cagliari. Secondo i dati forniti, sono oltre 15mila le persone che hanno chiesto aiuto alla Caritas cagliaritana, 90mila i pasti forniti ai bisognosi, 1.638 gli interventi effettuati dai medici Caritas. "La povertà è aumentata e morde ancora - ha detto don Marco Lai, direttore della Caritas diocesana di Cagliari - adesso riguarda tutte le fasce d'età: non solo i giovani che non trovano lavoro, ma anche gli adulti. La maggior parte delle persone che si rivolgono a noi vanno dai 20 ai 70 anni. Poi c'è la povertà legata al reddito non sufficiente per poter vivere in maniera dignitosa".
    L'utenza che si rivolge alla Caritas è per il 74% italiana, mentre tra le altre nazionalità vanno segnalate Nigeria, Marocco e Senegal. La gran parte degli italiani che si rivolgono ai servizi di assistenza dispone di un alloggio, mentre tra gli stranieri i giovani non hanno una dimora. La maggior parte degli utenti, il 73,2% è disoccupato, il 15% ha un reddito da occupato o da pensionato (5,4%) o da lavoro nero (0,6%).(ANSA).
   

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