Si chiude polemica a Olbia su Monte Pino grazie intervento ditta
Sono state rimosse e trasportate in un deposito, le carcasse delle auto dove il 18 novembre di sei anni fa trovarono la morte Bruno Fiore, Sebastiana Brundu e Maria Loriga, uccisi dal crollo della strada provinciale 38, a Monte Pino, nelle tragiche ore in cui il ciclone Cleopatra si abbatté sulla Sardegna. Le vetture sono state spostate e saranno rottamate dalla ditta di Vannino e Vittorio Musselli, imprenditori di Tempio Pausania che si sono offerti volontariamente di eseguire le operazioni e di accollarsi i relativi costi, senza nulla chiedere ai familiari delle vittime.
Familiari che hanno assistito alla rimozione delle auto, che dopo l'alluvione erano stare recuperare dalle macerie della strada crollata e sistemate su un terreno adiacente, diventato poi parte del cantiere per la ricostruzione dell'arteria provinciale, mai ultimata. Nei giorni scorsi la rimozione aveva sollevato sconcerto e polemiche, perché nell'ambito di un'indagine ambientale condotta dalla Guardia di finanza, i parenti delle vittime e l'unica superstite di quella tragedia, Veronica Gelsomino, erano stati contatti per comunicare loro la necessità di smaltire le carcasse arrugginite perché inquinavano. Per i familiari una richiesta che era suonata come una beffa: dopo aver perso i propri cari, non aver ancora ricevuto nemmeno un centesimo di risarcimento, si vedevano costretti a pagare le spese di rimozione. Tutto risolto grazie al buon senso e alla solidarietà dimostrata dalla ditta dei fratelli Musselli.