Donna uccisa,indennizzo figlia a rischio

Sardegna
@ANSA
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Nuoro, i parenti vogliono sottrarre i beni al marito condannato

Il risarcimento alla figlia, ora 12enne, di Dina Dore, la donna di Gavoi uccisa il 26 marzo 2008 nel garage di casa, è a rischio. Due cause civili presentate dalla madre e dalle due sorelle di Francesco Rocca, il dentista condannato all'ergastolo in via definitiva come mandante dell'omicidio della moglie, puntano a spogliare l'uomo di tutti i beni dei quali è intestatario. A quel punto il risarcimento garantito da una legge del 2018 agli orfani minorenni di femminicidio non potrà essere assicurato alla figlia, nel frattempo affidata a alla sorella della vittima, Graziella Dore.

Una vicenda che suona come una beffa per la ragazzina. Ne è convinta Graziella, che con la figlia, Giulia Zurru, ha scritto una lettera di denuncia al quotidiano L'Unione Sarda, che oggi l'ha pubblicata. I due atti di citazione distinti sono stati presentati dagli avvocati Giampaolo Mura e Giovanni Pinna Parpaglia per conto della madre e delle due sorelle di Rocca, con obiettivo di far rientrare nell'asse ereditario famigliare ogni possedimento del congiunto. Le tre donne sostengono che ogni proprietà in capo a lui sarebbe finita nelle sue mani solo in virtù di un "patto fiduciario" coi genitori, Antonio Rocca e Mariuccia Marchi, ma le vere proprietarie sarebbe loro, avendo prelevato dai propri conti correnti il denaro necessario all'acquisto dei beni per un valore di circa 700mila euro, oltre al pagamento delle spese per il processo di Rocca, circa 800mila euro.

La prima udienza davanti al giudice civile di Nuoro è fissata per il 16 dicembre. Se le tesi avanzate dai legali fossero accolte, i beni, sui quali grava il sequestro conservativo proprio per tutelare la minore, non potrebbero più essere "aggrediti" dalla figlia della vittima. "Non è bastato privare una bimba di sua madre - scrivono Graziella Dore e Giulia Zurru - ora continuano a sottrarle ciò che le spetta di diritto appigliandosi vergognosamente a qualsiasi cavillo legale. Quello che conta è tenersi in tasca i soldi che non avrebbero restituito una madre e il suo affetto a questa bambina, ma forse le sarebbero stati d'aiuto in questa difficile vita.

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