Spiragli per soluzione contenzioso da 285mln Stato-Regione
Un fondo dedicato ai contenziosi in corso e ai rapporti con le Regioni a statuto speciale. Dentro ci sarebbe spazio anche per le risorse da destinare alla Sardegna: 285 milioni trattenuti all'Isola a titolo di accantonamenti nel 2018, ma in realtà non dovuti come stabilito da una sentenza della Corte Costituzionale di inizio anno. L'istituzione del fondo è prevista nel disegno di legge sulla finanziaria trasmesso al Senato dal ministro dell'Economia Roberto Gualtieri, ma ancora da approvare in Consiglio dei ministri.
Dice il senatore del Movimento 5 stelle Emiliano Fenu, che ha fatto trapelare la notizia: "Il Governo, nelle more della imminente definizione della questione degli accantonamenti e di un prossimo incontro con l'assessore regionale competente, ha già previsto in legge di Bilancio la costituzione di un fondo per il contenzioso il cui importo è destinato prevalentemente alla definizione dei rapporti con la Regione Sardegna". Secondo l'esponente pentastellato, è la "conferma della volontà del Governo e di questa maggioranza di definire finalmente i rapporti e gli importi spettanti per il pregresso alla Regione sarda". Fenu fa anche sapere che nelle ultime settimane è stato in contatto con il ministero per gli Affari Regionali e con il viceministro Antonio Misiani, delegato ai rapporti con le Regioni, il quale lo ha rassicurato sull'imminente accordo per la definizione della vertenza accantonamenti.
La riserva finanziaria del fondo, annuncia il senatore 5 stelle, ammonta a 2,1 miliardi "da cui attingere fino al 2026 proprio per regolare i contenziosi con le Regioni autonome". Nel 2020 ci sono a disposizione 250 milioni, più altri 359 nel 2021 e nel 2022. "Segni inequivocabili - commenta Fenu - di un cambio di rotta nell'affrontare e risolvere una vertenza storica per la Sardegna". La Giunta Solinas, intanto, è ancora in attesa di essere convocata al Mef per trovare un accordo sull'ammontare del contributo per l'abbattimento del debito pubblico nazionale. La Regione ha già proposto che sia ricalcato il modello Sicilia, quindi una quota pari all'1,14% del Pil contro l'attuale 1,60.