ANSA/ Crisi governo mette a rischio vertenze Sardegna

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Insularità in Costituzione, iter dovrebbe ripartire da zero

"Se la richiesta del centrosinistra è confermata, sono disponibile a convocare l'Aula per il 14 o il 15 agosto". Lo ha dichiarato il presidente del Consiglio regionale Michele Pais, all'inizio della riunione dei capigruppo. "Spero non si tratti di una boutade", ha aggiunto riferendosi all'istanza di Pd, LeU e Progressisti sulla necessità di tenere la seduta dell'Assemblea prima di Ferragosto.

Al tavolo, nell'ufficio di presidenza nel palazzo del Consiglio di via Roma, con i capigruppo e il massimo rappresentante dell'Assemblea siedono anche il governatore Christian Solinas e la vice presidente Alessandra Zedda. La sollecitazione del centrosinistra risale a due giorni fa, quando è diventata ufficiale la crisi del governo Conte. "Che ne sarà delle promesse fatte a Solinas in tema di accantonamenti dal viceministro dell'Economia Massimo Garavaglia e dalla ministra degli Affari regionali Erika Stefani?", avevano scritto le opposizione in una nota congiunta. "Pronto ad andare in Aula anche il 15 agosto", era stata la risposta del presidente della Regione.

VERTENZE SARDE IN BILICO - Se la crisi di governo dovesse precipitare e si dovesse andare, come pare, a nuove elezioni, per la Sardegna c'è il rischio concreto di un blocco o perlomeno di uno slittamento di alcune vertenze, a partire dalla questione dell'insularità. Da oltre un anno la proposta di legge d'iniziativa popolare per l'inserimento del principio in Costituzione è ferma in commissione Affari costituzionali del Senato. Lo scioglimento delle Camere darebbe una brusca frenata all'iter visto che il regolamento di Palazzo Madama, ma anche quello di Montecitorio, prevede che tutte le proposte di legge non approvate debbano essere ripresentate. Così, il percorso legislativo per l'insularità dovrebbe ripartire da zero, facendo salve però le milioni di sottoscrizioni già raccolte.

Stop anche alla proposta di legge nazionale, appena approvata dal Consiglio regionale, per l'introduzione del pegno rotativo sui vini, cioè la possibilità di ottenere liquidità dal sistema creditizio dando in pegno quote di prodotto. Una possibilità sulla quale il ministro dell'Agricoltura Gian Marco Centinaio ha già assicurato la sua attenzione per inserire la proposta all'ordine del giorno dei lavori delle due Camere. Non dovrebbe invece subire rallentamenti il tavolo sulla vertenza latte, già avviato in sede tecnica in prefettura a Sassari.

Ipotesi di slittamento di qualche mese per la vertenza accantonamenti, ovvero il contributo della Sardegna allo Stato per il risanamento del debito pubblico, e per quella degli arretrati che la Regione vanta nei confronti di Roma. Il governatore Christian Solinas auspica una riduzione del concorso alla finanza pubblica pari a 153 milioni di euro sui 535 milioni annui pagati sinora e la cancellazione della quota di 285 milioni non dovuti in base alla sentenza della Corte costituzionale del 2019. Per quanto riguarda gli arretrati, il presidente della Regione ha rivendicato 276 milioni di euro. Due partite slittate a settembre e che, senza un governo, potrebbero ulteriormente essere rimandate.

Altra questione che rischia di subire una brusca frenata riguarda un'istanza dell'ultim'ora: il commissariamento delle grandi opere strategiche previste in Sardegna. L'assessore dei Lavori Pubblici Roberto Frongia ha già sollecitato Roma per questo passo e lo ha ribadito in occasione dell'ultimo incontro con i sindaci del territorio per sbloccare i cantieri della strada a quattro corsie Sassari-Olbia.

Tra le altre vertenze in bilico quella sul phase out del carbone al 2025, con il pressing della Sardegna per uno slittamento della chiusura delle centrali a olio combustibile nell'Isola almeno sino al 2030, in attesa dell'arrivo del metano. Infine, aspettano risposte dal Governo tutte le vertenze industriali ancora aperte: dalla 'storica' Eurallumina alla recente crisi del porto canale di Cagliari.
   

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