Pil 2018 +02% contro +0,8% del 2017. Bene industria e turismo
Sardegna in leggera crescita nel 2018. Ma rispetto all'anno precedente frena un pò. Due cifre per rappresentare questo andamento: +0,2% per quanto riguarda il Pil regionale contro +0,8% del 2017. In generale la ripresa dell'Isola è stata dal 2014 più lenta di quella nazionale (0,9% sul valore aggiunto a fronte del 4,6%). Sono i dati principali del rapporto 2019 sull'economia della Sardegna presentati questa mattina dalla Banca d'Italia. Bene - ma sempre senza grandi balzi in avanti - soprattutto nell'industria e nelle costruzioni. Stabili i servizi.
"Tendenza di crescita che continua - ha confermato Giancarlo Fasano, direttore della sede di Cagliari - anche se a un ritmo inferiore rispetto al 2017". Nel mercato del lavoro è aumentato sia il numero degli occupati, sia quello delle ore lavorate per addetto. Anche se i livelli sono più bassi rispetto al periodo pre-crisi. I nuovi lavoratori sono finiti nei settori commercio, turismo e ristorazione. Bene anche sanità e istruzione.
Ed è cresciuto anche il tasso di occupazione dei laureati: ora è salito, tra i 15 e i 64 anni, al 52,7%. Positivi, inoltre, i dati per gli gli under 34: il tasso di occupazione sopra i 25 anni è cresciuto. Quanto alla disoccupazione, l'indice è diminuito dal 17 al 15,4%. Il reddito disponibile per le famiglie è leggermente aumentato, mentre la spesa per i consumi è rimasta stabile. Nelle imprese funzionano la metalmeccanica e la chimica (domanda estera). Meno bene invece il settore alimentare. Leggero aumento comunque dell'export, anche senza considerare il comparto petrolio. Il commercio risente ancora della stagnazione dei consumi delle famiglie.
Mentre il turismo segna quasi un 6% in più sugli arrivi e 5% di crescita nelle presenze. Tutto questo anche grazie a una grossa mano dei vacanzieri arrivati dall'estero. Il rapporto registra e conferma anche la crisi del porto canale di Cagliari. Nel 2018 la spesa primaria degli enti territoriali della Sardegna è diminuita dello 0,4% rispetto al 2017: quota 4.437 pro capite, dato inferiore rispetto alla media delle Regioni a statuto speciale. Aumentano infine dell'1,1% i costi del servizio sanitario regionale.
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