Maraschio, serve lingua a misura donna

Sardegna
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Presidente emerita Crusca,"ancora troppe resistenze e ignoranza"

di Maria Grazia Marilotti

"La lingua crea realtà, reinventa la visione del mondo. La parola permette alle donne di uscire dall'oscurità secolare". Nicoletta Maraschio, presidente emerita dell'Accademia della Crusca, racconta all'ANSA i traguardi ma anche le resistenze che accompagnano la rivoluzione mediatica impressa dal linguaggio di genere negli organi di informazione. Ospite del doppio appuntamento del corso di formazione promosso da Giulia Giornaliste Sardegna e dall'Ordine regionale dei giornalisti a Sassari e a Cagliari, il 16 e 17 maggio, Maraschio aprirà una finestra sulla lingua italiana e offrirà nuovi spunti ai relatori - docenti ed esperti in materia - per capire come superare gli ostacoli e le discriminazioni che si nascondo dietro l'uso di parole errate.

"C'è una ironia diffusa e una scarsa consapevolezza sulla corretta declinazione al femminile dei ruoli - spiega la presidente emerita - Frutto di anacronismo, resistenza culturale e ignoranza della grammatica. Eppure la lingua può essere non solo specchio ma addirittura motore del cambiamento". Per Maraschio il senso più profondo della parità sta nella differenza, nel riconoscimento della specificità delle donne anche attraverso il linguaggio. "La rivoluzione linguistica che porta al riconoscimento del genere, della società e del pensiero, deve essere il frutto di sollecitazioni dall'alto e dal basso - argomenta - quindi si parla di scuola, istituzioni, mass media, che hanno un ruolo principale nel definire l'orizzonte culturale e nel ristabilire la connessione fondamentale tra lessico e realtà.

Un nostro sondaggio della Crusca ha messo in evidenza come le difficoltà ad accettare la declinazione femminile e le resistenze arrivino a volte anche dalle donne nel timore che coincida con una diminuzione di autorità". I casi più difficili riguardano parole come magistrata, architetta, ingegnera, mentre ministra e sindaca, grazie anche ai media sono entrate nel linguaggio comune. La Crusca, considerata custode delle radici culturali e della lingua oltre che della grammatica italiana, si fa promotrice del linguaggio modellato sulla realtà, sul superamento degli archetipi culturali legati al modello androcentrico. "Un autorevole sostenitore di questa salutare modernizzazione della lingua è stato Francesco Sabatini presidente della Crusca dal 2000 al 2008 - ricorda Maraschio - Tra i media mi piace citare l'ex direttore dell'ANSA Sergio Lepri, grazie a lui l'Agenzia è stata pioniera nell'aprire la strada all'innovazione della lingua in armonia con il cambiamento della società".

A SASSARI IL 16 MAGGIO - Il corso di formazione si terrà giovedì 16 maggio dalle 14.00 alle 17.00 nel Dipartimento di Storia, Scienze dell'uomo e della formazione dell'Università di Sassari e sarà il Direttore del Dipartimento di Storia, Scienze dell’uomo e della formazione Marco Milanese a introdurre il pomeriggio formativo che darà diritto a 3 crediti formativi. Il corso sarà moderato da Daniela Scano, giornalista de La Nuova Sardegna, presentato da Susi Ronchi, coordinatrice Giulia giornaliste Sardegna e Erika Pirina vicepresidente dell’Odg Sardegna, Giulia giornaliste.

La discriminazione nel linguaggio di genere non è solo una semplice questione grammaticale ma un più complesso problema di sensibilizzazione sociale e culturale. Analizzerà questo aspetto il professore ordinario di linguistica dell’Università di Cagliari Massimo Arcangeli, mentre la giornalista Rai Claudia Stamerra, Giulia giornaliste, attraverso un focus sulla Germania, valuterà l’evoluzione europea della problematica. Il modo in cui utilizziamo parole e immagini contribuisce a consolidare schemi e stereotipi, oppure a contrastarli.

Elisabetta Gola, docente del Dipartimento di Pedagogia, Psicologia e Filosofia dell’Università di Cagliari, mostrerà cosa accada quando i segni di cui ci serviamo veicolano metafore e come l'efficacia si rafforzi quando si crea un'alleanza tra canale visivo e verbale. Gli “Stereotipi e linguaggi del dominio maschile" saranno, invece, l’oggetto dell’intervento della professoressa del Dipartimento di Storia Romina Deriu.

A CAGLIARI IL 17 MAGGIO - Il corso di formazione si terrà venerdì 17 maggio nell’aula Capitini – corpo aggiunto - a Sa Duchessa in piazza d’Armi, darà diritto a 3 crediti formativi. Grazie alla collaborazione con l’Università di Cagliari è inserito anche nel calendario delle iniziative “25 Novembre tutto l’anno” e sarà la Rettrice Maria Del Zompo a dare avvio al pomeriggio. Il corso sarà moderato da Roberta Celot, responsabile Ansa Sardegna, vicecoordinatrice Giulia giornaliste, presentato da Susi Ronchi coordinatrice Giulia giornaliste Sardegna e Daniela Paba rappresentante dell’Odg Sardegna, Giulia giornaliste.

La discriminazione nel linguaggio di genere non è solo una semplice questione grammaticale ma un più complesso problema di sensibilizzazione sociale e culturale. Analizzerà questo aspetto il professore ordinario di linguistica dell’Università di Cagliari Massimo Arcangeli, mentre la giornalista Rai Claudia Stamerra, Giulia giornaliste, attraverso un focus sulla Germania, valuterà l’evoluzione europea della problematica. Il modo in cui utilizziamo parole e immagini contribuisce a consolidare schemi e stereotipi, oppure a contrastarli.

Elisabetta Gola, docente del Dipartimento di Pedagogia, Psicologia e Filosofia dell’Università di Cagliari, mostrerà cosa accada quando i segni di cui ci serviamo veicolano metafore e come l'efficacia si rafforzi quando si crea un'alleanza tra canale visivo e verbale. Sarà, invece, la professoressa Daniela Virdis, del dipartimento di Umanistica dell’università cagliaritana, ad analizzare quanto, nei personaggi femminili e postfemministi dei media contemporanei, attraverso la funzione discorsiva dell’ironia, si possano celare rappresentazioni femministe radicali o un sistema di valori patriarcale.

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