Sider Alloys: presidio operai al Mise

Sardegna
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Oltre 100 lavoratori dal Sulcis per sollecitare riavvio ex Alcoa

Non si scioglie ancora il nodo del prezzo dell'energia nell'ambito della vertenza sul riavvio dello stabilimento ex Alcoa, oggi Sider Alloys, di Portovesme, nel Sulcis. Il vertice al Mise, al quale hanno partecipato, oltre al governo e alla Regione Sardegna con il presidente Christian Solinas, anche l'azienda, l'Enel e i sindacati, non ha dato le risposte attese. In un tavolo ristretto (Governo-Enel-Sider Alloys) relativamente agli accordi presi lo scorso anno è emerso che il costo dell'energia sarebbe più alto di 15 euro a MW, ciò significa per la fabbrica di Portovesme 30 mln di euro su base annua.

Così il Governo ha chiesto di studiare soluzioni alternative e, in particolare all'azienda, di rivedere alcuni numeri. "Siamo disponibili ad affrontare il problema da subito ma bisogna fare in fretta - dice all'ANSA Franco Meloni, direttore del personale della Sider Alloys - se ci riconvocano stanotte, noi siamo qui a Roma".[T] Il nodo energia è fondamentale per un'azienda quale quella dell'alluminio primario per la quale il 42% dei costi riguarda questo fondamentale tassello.

Nel frattempo i 120 operai dell'ex Alcoa di Portovesme restano a Roma e prosegue a oltranza il sit-in organizzato stamattina in occasione del tavolo al Mise al quale hanno partecipato, oltre alla Sider Alloys che ha acquisito lo smelter, anche il presidente della Regione Christian Solinas. "Abbiamo preso questa decisione visto l'esito del vertice - dichiara Rino Barca di Cisl Metalmeccanici - non abbiamo avuto alcuna risposta sulla risoluzione del problema dell'energia e del riavvio della fabbrica".

Secondo Roberto Forresu di Fiom Cgil, "il governo ha deluso le aspettative, purtroppo non ha colto la dimensione di questa emergenza: noi abbiamo necessità che il revamping parta subito, ma questo può avvenire solo attraverso condizioni garantite dal punto di vista del costo dell'energia". Al termine della riunione al Mise il governo ha proposto di aggiornare il tavolo il 24 giugno. Nel frattempo però è stato firmato il decreto della Corte dei conti che permetterà ai lavoratori di ricevere l'ammortizzatore sociale.

 

MISE, NUOVO TAVOLO IL 12 GIUGNO.  "L'azienda era consapevole che i costi dell'energia previsti nel Memorandum sottoscritto avrebbero subito le fluttuazioni dei prezzi di mercato. E' necessario, pertanto, trovare una soluzione condivisa al problema dei costi dell'energia, conseguenza di una valutazione non ben ponderata da parte del precedente Governo". Lo afferma il Sottosegretario al Mise Davide Crippa al termine del tavolo di crisi relativo alla situazione dello stabilimento Sider Alloys (ex Alcoa) di Portovesme. Al tavolo, al quale ha partecipato anche il Vice Capo di Gabinetto Giorgio Sorial erano presenti i rappresentanti del Ministero del Lavoro, della Regione Sardegna, di Invitalia, dell'azienda e le sigle sindacali. Secondo Sorial "nei prossimi giorni il Governo continuerà il proprio lavoro per porre le basi strutturali ad una soluzione a medio termine per lo stabilimento di Portovesme. L'obiettivo è quello di supportare l'azienda nell'implementazione di un piano industriale sostenibile, dove vengano effettuate nel più breve tempo possibile l'attività di revamping degli impianti e garantito un ulteriore riassorbimento dei lavoratori". Il prossimo tavolo è stato convocato il 12 giugno. Come richiesto dal Ministero nella precedente riunione, l'azienda nella riunione odierna ha illustrato il piano industriale e le tempistiche relative al riavvio dello stabilimento sardo. A tal riguardo, i rappresentanti di Sider Alloys hanno annunciato che stanno avviando le prime attività di pre-revamping degli impianti per i quali sarebbero stati sottoscritti dei contratti di fornitura con aziende specializzate. L'azienda, intanto, ha informato che le attività di pre-revamping starebbero coinvolgendo circa 70 lavoratori. Riguardo al costo dell'energia, che riveste un aspetto fondamentale del piano industriale, l'azienda ha dichiarato di avere delle difficoltà con il prezzo dell'energia previsto nel Memorandum sottoscritto tra le parti nel febbraio 2018. 

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