A Cagliari sino al 16 giugno la mostra di pop-art contemporanea
di Manuel Scordo
I giocatori del biliardino hanno lasciato il posto alle cartucce di fucile e giocano su un campo di calcio che ha l'immagine della bandiera americana; l'elmetto militare ha abbandonato il verde per colorarsi d'oro e fregiarsi del marchio di una nota griffe internazionale; una bara è diventata un motoscafo per trasportare migranti verso un futuro che forse non c'è. Sono solo alcune delle immagini-messaggi della mostra "Reality show. Il cuore pop di una collezione", allestita all'Exma di Cagliari fino al 16 giugno, curata dalla direttrice artistica Simona Campus. Esposte 50 opere di 36 artisti conosciuti a livello nazionale e internazionale, selezionate in collaborazione tra Exma Exhibiting and Moving Arts e la Fondazione per l'arte Bartoli-Felter, realtà tra le più impegnate a Cagliari nella promozione della creatività contemporanea. La realtà vista dall'artista, le suggestioni del presente reinterpretate come accadeva negli anni sessanta con la pop-art. Proprio le citazioni di Warhol e di Lichtenstein fanno da filo conduttore a tutto il percorso espositivo. "L'arte popolare, che poi significa arte della società di massa oggi come allora mette in scena la realtà - ha evidenziato la curatrice Simona Campus - nei suoi aspetti problematici e contraddittori, in quelli semplici e banali. Come un reality show". Globalizzazione, migrazione, guerra, pace, sesso, cibo, bellezza, consumismo prendono forma attraverso foto ritoccate, quadri, sculture e installazioni. "Le opere della collezione oggi in mostra sono unite da un comune pensiero a volte trasgressivo e provocatorio, più spesso ironico - ha evidenziato Ercole Bartoli - che attinge dalla quotidianità e come tale può ricondursi al pensiero popolare che animò gli artisti protagonisti delle avanguardie degli anni Sessanta". Anche tutto l'allestimento è sospeso tra passato e presente con le pareti coperte di carta stagnola come aveva fatto Warhol nella Silver Factory, dove installo la propria fabbrica d'arte e uno stanzino "confessionale" dove il visitatore, proprio come succede nei reality show può farsi fotografare. Perché come recita la frase di Warhol su una delle pareti dello stanzino "nel futuro ognuno sarà famoso al mondo per quindici minuti".