Uil, Hapag Lloyd lascia porto Cagliari

Sardegna
@ANSA
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Niente navi container dal 30/4. Salvini ci incontri il 2 aprile

"La Hapag Lloyd, la principale compagnia navale che opera nel Porto Canale di Cagliari, ha deciso di cancellare lo scalo cagliaritano dalle proprie rotte". Lo denuncia la Uiltrasporti Sardegna citando alcune notizie di stampa sulle nuove rotazioni delle linee che fanno scalo nel Terminal Contenitori cagliaritano operate dalla Cict, unico cliente del Porto Industriale di Cagliari, controllato da Contship Italia.

In particolare, secondo il sindacato, sono destinate a sparire le linee MCA col Canada, MGX con il Golfo del Messico e Stati Uniti Orientali, MPS con gli Stati Uniti Occidentali, LEX con Mediterraneo Orientale ed Egitto. Proprio per esporre la drammatica situazione dello scalo cagliaritano la Uiltrasporti Sardegna, dopo i ripetuti appelli al ministro dei Trasporti Toninelli, ha chiesto di incontrare il vicepremier Matteo Salvini in occasione della sua visita a Cagliari in programma il prossimo 2 aprile.

"Il Porto Canale rischia di chiudere i battenti tra appena trenta giorni nell'assordante silenzio istituzionale e politico - evidenzia il segretario regionale Uiltrasporti Sardegna William Zonca -: l'isola sarà tagliata fuori dai mercati con ripercussioni devastanti nell'import/export delle proprie imprese". "Contestiamo con forza - prosegue Zonca - l'imperdonabile atteggiamento del Management Contship, assente con colpevolezza da ormai troppo tempo. Denunciamo altresì quella che ormai è un'evidente fuga di Contship e della casa madre Eurokai, che per 16 anni hanno spremuto la realtà sarda portando a casa importanti utili di bilancio senza compiere alcun investimento significativo sul Porto e lasciando in stato di abbandono un Terminal che oggi rischia di essere invendibile a causa delle imperdonabili carenze infrastrutturali e di promozione commerciale. La conseguenza di questo disastro - conclude Zonca - è che oltre 700 lavoratori tra diretti Cict/Contship, indiretto e indotto, saranno licenziati o dovranno fare ricorso agli ammortizzatori sociali. Si tratta dell'emergenza sociale di un intero territorio che non può essere ulteriormente ignorata".
   

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