Uto Ughi, "la musica unisce chi la ama"

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Sold-out al Teatro Lirico di Cagliari per l'atteso concerto

"La musica unisce chi la ama, è un linguaggio che va al di là delle barriere ideologiche e politiche e avvicina chi l'ascolta". Uto Ughi, uno dei più acclamati violinisti del nostro tempo, si racconta in un colloquio con l'ANSA prima del concerto sold-out che lo vedrà protagonista al Teatro Lirico di Cagliari dopo l'ultimo di oltre 15 anni fa. Una serata tra arte e solidarietà e di grande richiamo per sostenere la campagna End Polio Now promossa dal Rotary Club in collaborazione con Cedac e il Lirico, e con la direzione artistica del maestro Luigi Puddu.

Sotto i riflettori, insieme all'artista di origini istriane, il pianista Alessandro Specchi, per un viaggio tra le note d'Europa con un programma raffinato che spazia da Vitali a Beethoven, da Saint-Sans a Wieniawski e Sarasate. "E' un programma molto vario ed eclettico che parte dal tardo 600 e finisce con il tardo 800", sottolinea il violinista.

Il maestro non scioglie l'enigma su quale tra i suoi preziosi strumenti suonerà durante il concerto ma spiega: "Lo Stradivari è più intimo e permette un dialogo più intimo, ma il Guarneri ha un respiro più ampio e più adatto a questa sala". Uto Ughi si sofferma anche sulla stato dell'arte della musica in Italia: "La musica è nata in Italia. Anche i tedeschi, che vantano la supremazia musicale, venivano ad imparare in Italia alla scuola di Vivaldi. Lo stesso Bach ha trascritto tantissime composizioni del veneziano. Quindi l'Italia non ha niente da invidiare a nessun Paese del mondo. Peccato che la cultura musicale da noi sia così trascurata dall'insegnamento scolastico".

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