Donne-dee di Sardegna in docu della Rai

Sardegna
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Figura femminile centrale nell'Isola, ieri come oggi

Donne di governo come Eleonora d'Arborea. E donne di cultura come il premio Nobel Grazia Deledda. Poi c'è l'arte con Maria Lai e perfino una banditessa, Paska Devaddis. Che nei secoli la figura femminile in Sardegna sia stata centrale forse si può spiegare con la forte presenza da sempre di culti legati prima alla Dea Madre e poi, in epoca cristiana, alla Madonna. Ed è come se si fosse creato un substrato in qualche modo unico che periodicamente e storicamente ha fatto emergere personaggi che hanno finito per rappresentare la Sardegna in mezzo mondo. Quasi sorpassando, in notorietà, le figure maschili espresse dall'Isola.

È il filo conduttore di Donne e dee di Sardegna, "Féminas e Divas de Sardigna", documentario prodotto da Rai Sardegna in collaborazione con il Centro di Produzione Rai di Milano che sarà presentato venerdì 1 febbraio nella sala proiezioni della Società Umanitaria-Cineteca alle 18: ci sarà anche la regista Daniela Vismara. Un lavoro che esplora il passato, ma guarda anche alle contaminazioni con il presente attraverso la musica di Elena Ledda e Zoe Pia, la letteratura di Savina Dolores Massa, la seta del mare della maestra di bisso Chiara Vigo, le fotografie di Daniela Zedda e il teatro di Grazia Dentoni ideatrice del progetto "Matrilineare".

Con la studiosa Dolores Turchi si scopre poi l'unica maschera femminile del carnevale sardo, Sa Filonzana, che ha molti tratti in comune con l'ormai famosa S'Accabadora. Vita, morte e resurrezione, un circolo tanto caro, come riportato dall'archeologa Manuela Puddu, proprio alle antiche divinità femminili. Cerchio ricorrente anche nelle antichissime Domus de Janas dette "case delle fate", fonte di ispirazione per un'altra eroina del presente, Daniela Ducato. C'è tanta storia della Sardegna nella progettazione e produzione di biomateriali per le case del futuro realizzati con gli scarti delle lavorazioni. Particolare attenzione è stata riservata ai luoghi archeologici, ai riti del carnevale e al culto di Maria in vari luoghi dell'isola, oltre all'inserimento di brani musicali e citazioni in lingua sarda nelle differenti declinazioni.
   

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