Consulta censura norma accantonamenti

Sardegna
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Per Corte lo Stato ha poteri 'limitati' su politiche bilancio

"La conclusione della vertenza accantonamenti". Questo rappresenta per l'assessore al Bilancio, Raffaele Paci, la sentenza della Corte Costituzionale che ha dichiarato l'illegittimità della manovra nazionale 2018 in merito alle relazioni finanziarie con la Sardegna, in particolare per quanto riguarda il contributo dovuto dalla Regione per coprire il debito statale. E ora, sottolinea Paci, "lo Stato ci deve restituire 285 milioni". Cioè la somma non prevista nell'ultima legge di stabilità regionale "perché non dovuta".

"Il pronunciamento ci dà ragione su tutta la linea - sostiene il governatore Francesco Pigliaru - noi abbiamo sempre chiesto una cosa sola: quando lo Stato ci sottrae delle risorse ci deve spiegare quali criteri adotta per farlo, e fino ad ora non l'ha fatto". "Avevamo impugnato la manovra 2018 del governo Gentiloni per l'assenza di un accordo finalizzato a determinare i contributi che noi avevamo cercato per tutto il 2017", ricorda Paci. E oggi, con questa sentenza, "è come se la Corte avesse perso la pazienza, basti leggere le parole utilizzate nel comunicato stampa dove si parla di Governo che non può essere tiranno, e del fatto che il Governo non può rinviare all'infinito l'applicazione delle sentenze". Il riferimento è a quella del 2015 che dice che "dal 2018 gli accantonamenti da 285 milioni non erano più dovuti, mentre lo Stato ha continuato a imporli".

Quanto alla restituzione, "lo Stato deve applicare le sentenze entro l'anno finanziario, immediatamente, entro il 31 gennaio: noi ci aspettiamo di essere convocati subito a Roma e la restituzione degli accantonamenti del 2018 da 285 milioni". "In ogni caso - annuncia Pigliaru - già lunedì scriverò al premier Conte".

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