"Senza alternative concrete sarà il deserto per industria sarda"
Il presidente della Regione e la Giunta dovranno intervenire con urgenza e ai massimi livelli istituzionali per istituire un tavolo con il Governo e scongiurare la chiusura degli impianti sardi che utilizzano il carbone ai fini di produzione termoelettrica entro il 31 dicembre 2025.
Lo prevede un ordine del giorno il cui via libera è arrivato unanime dal Consiglio regionale, mentre fuori dal palazzo di via Roma un folto gruppo di lavoratori di Eurallumina, Ep Fiumesanto ed Enel Sulcis invitavano la politica a un'iniziativa forte. Il documento, firmato da tutti i capigruppo chiede, inoltre, di intraprendere tutte le iniziative per concludere l'iter autorizzativo per il progetto di riavvio degli impianti di Eurallumina, per scongiurare la chiusura delle attività produttive in tutte le aree industriali della Sardegna e per dare immediata attuazione alla Strategia Energetica nazionale approvata nel 2017.
LA PROTESTA DEI LAVORATORI - Un folto gruppo di lavoratori di Eurallumina, Ep Fiumesanto ed Enel Sulcis sono in presidio davanti al consiglio regionale della Sardegna per chiedere alla politica un'iniziativa forte sul governo nazionale perchè nell'attuazione del decreto del ministero dell'Ambiente 430 del 22 novembre 2018 - che prevede lo stop alle centrali a carbone entro il 2025 - venga esaminata la specificità dell'Isola, attualmente senza alternative concrete per la produzione di energia elettrica.
"La mancanza del gas e della sua rete di distribuzione determina per la Sardegna una situazione di diversità infrastrutturale rispetto alle altre regioni e che non consente una transizione graduale dall'uscita dal carbone - spiegano i sindacati - Riteniamo che per la stabilità della rete sarda e per il sostegno al sistema industriale isolano non possano determinarsi decisioni non confacenti alle nostre necessità". Per questo motivo i lavoratori e i sindacati hanno fatto capolino anche in Aula dove è attesa la mozione presentata dal Pd che sollecita un'intervento della Giunta regionale.
Siamo preoccupati e chiediamo un atto ufficiale della Regione e del Consiglio per affermare con determinazione che in Sardegna ci deve essere la sostenibilità ambientale delle industrie e che non si può cancellare tutto con un colpo di interruttore nel 2025 perché lo scenario sarebbe devastante", osserva Antonello Pirotto della Rsu di Eurallumina.
"Stiamo chiedendo un tavolo nazionale perché si parli del problema Sardegna che non è infrastrutturata come le altre regioni d'Italia - dice Francesco Garau della Filctem Cgil - Siamo favorevoli alla Strategia Energetica Nazionale (SEN) ma deve essere portata avanti una parificazione infrastrutturale con il metano, il cavo di collegamento elettrico sottomarino con la Sicilia, e il discorso dell'accumulo di energia elettrica".