Dopo le razze sarde ora si guarda alle piante autoctone
Un team di 14 esperti a disposizione a titolo gratuito per tutelare, conservare e valorizzare le piante e gli animali sardi. È la nuova commissione scientifica che lavorerà a stretto con le agenzie regionali Laore e Agris. La squadra, composta tra gli altri da esperti, funzionari, docenti universitari, rappresentanti di associazioni che si occupano di biodiversità, è stata presentata dall'assessore regionale dell'agricoltura Pierluigi Caria.
"Un traguardo - ha detto - che completa un percorso già avviato oltre 10 anni fa con il riconoscimento delle razze tipicamente sarde, minacciate di abbandono". Ora il discorso si estende e si allarga anche alle piante. Per le attività della commissione è prevista una dotazione finanziaria di 300mila euro. Le razze autoctone già tutelate sono la pecora sarda e quella nera di Arbus, l'asilo sardo e dell'Asinara, la capra sarda e la "primitiva". Poi la vacca sarda e quelle sardo modicana e sardo bruna, il cavallo della Giara e del Sarcidano e il suino sardo. Che cosa farà la commissione? Può dare, ad esempio, il suo parere su iscrizione o cancellazione di una varietà nel repertorio generale del patrimonio genetico. E soprattutto stabilisce urgenza, priorità è tipologia di intervento.
La commissione può individuare anche un agricoltore custode, un contadino al quale affidare la cura e magari la valorizzazione di una specie tipica. La banca regionale del Germoplasma, gestita da Agris, ha il compito invece di garantire la tutela mediante la conservazione delle razze e varietà locali. Caria ha anche annunciato che, nell'ultima rimodulazione del Psr, sono stati destinati tre milioni di euro per un bando da tre milioni per salvaguardare le razze più a rischio.