Corso per filmaker su documentari antropologici

Sardegna
@ANSA

Tra docenti Parenti, D'Anolfi, Columbu e Stellino

Un approccio contemporaneo e creativo al documentario con un attento sguardo al territorio e alla sua vita, partendo da un'impostazione antropologica e etnografica . E' il focus di "Territori Viventi", corso di documentario entro-antropologico rivolto a giovani professionisti dell'audiovisivo tra i 25 e i 30 anni. Tredici per ora gli iscritti tra ragazzi e ragazze.  Realizzato dalla società di produzione Mommotty, ha lo scopo di formare un nucleo di giovani offrendo loro adeguate metodologie per raccontare al meglio il territorio, la sua vita anche attraverso l'esperienza dell'Isre, che lo sostiene assieme a Società Umanitaria, Cineteca Sarda, Sardegna Film Commission (Sfc). "Dalle periferie e gli scenari urbani alla realtà agropastrale, i paesaggi le attività, le nuove professioni, il mutamento delle consuetudini di vita, il tema del viaggio col suo dilemma tra esodo e arricchimento", ha sottolineato il regista Daniele Maggioni, direttore del corso.

Un progetto flessibile, "con la visione del documentario, strumento di relazioni con il territorio e chi lo abita", ha rilevato il regista Giovanni Columbu. A fine percorso i ragazzi saranno in grado di sviluppare e realizzare un documentario a carattere antropologico. Tra gli insegnanti spiccano le figure di Martina Parenti e Massimo D'Anolfi, Giovanni Columbu e Alessandro Stellino. "Questo momento di maggior fioritura del Cinema del reale ci consente di formare nuove generazioni di professioni dell'audiovisivo e stimolare lo sguardo del pubblico su storie e mondi così lontani e vicini", ha sottolineato Nevina Satta direttrice della Fcs Sardegna.

"La Sardegna ha una lunga tradizione legata al cinema documentario di carattere antropologico - ha aggiunto il coordinatore del progetto, Nicola Contini - a partire dai lavori di Vittorio De Seta fino all'intervento operativo nell'isola di due tra i più importanti maestri del cinema antropologico Jean Rouch e David MacDougall. Di Jean Rouch proveremo a seguire una linea guida sul piano didattico: l'idea dello sguardo in relazione alla materia documentata, che lascia una traccia di movimenti, sensazioni, cognizioni".
   

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