L'8 ottobre. L'avvocato di Penelope: 'Saremo la sua famiglia'
'La scomparsa di Saman: dal processo al problema della reale integrazione culturale' è il titolo del convegno organizzato per sabato 8 ottobre dall'associazione Penelope Emilia-Romagna, con il patrocinio della Regione. Dalle 15, nella sala 'Guido Fanti' di viale Aldo Moro 50 a Bologna, sono annunciati gli interventi in apertura del presidente della Regione Stefano Bonaccini e dell'avvocato Nicodemo Gentile, presidente di Penelope Italia.
Seguiranno relazioni di Stefano Dambruoso (sostituto procuratore a Bologna. 'Libertà individuali e multiculturalismo, il bilanciamento nella nostra carta costituzionale), Annalisa Chirico (giornalista e presidente di 'Fino a prova contraria' e autrice del libro 'Prigioniere, Saman e le altre'), l'avvocata Barbara Iannuccelli con 'Il processo Saman', Nicodemo Gentile, con 'L'omicidio senza cadavere', Stefania Ascari con 'La legge Saman', l'avvocato Francesco Antonio Maisano con 'Tutela della vita e reati culturalmente orientati. In memoria di Atika', infine Luca Ponzi, giornalista Tgr Rai Emilia-Romagna: 'Saman, il caso mediatico'.
Nel presentare il convegno, Iannuccelli ricorda il caso di Marisa degli Angeli che fondò l'associazione Penelope in Emilia-Romagna, 20 anni fa. Marisa "darebbe subito la sua vita per incrociare anche solo per un istante lo sguardo di sua figlia Cristina Golinucci, scomparsa l'1 settembre 1992" da Cesena "e di cui nemmeno le ossa sono mai state ritrovate e sul cui destino lo Stato non ha ancora dato alcuna spiegazione.
Marisa - prosegue Iannuccelli - è una mamma come la mamma di Saman che invece ha consegnato sua figlia all'oscurità, consapevole di averne decretato così la morte. Dalla diversità di queste due mamme è nata la necessità di riflettere con questo convegno anche su una realtà che appare lontana dalla nostra mille anni luce. Saman e Cristina avevano un futuro e tutta una vita davanti. A febbraio inizia il processo per la verità su Saman. Invece per Cristina stiamo ancora aspettando. Nel processo ci saremo perché vogliamo essere noi la famiglia di Saman e rivendicare per lei giustizia. Per lei e per tutte le Saman del mondo".