In prima assoluta il 28 maggio con il Nuovo Balletto di Toscana
(ANSA) - PARMA, 25 MAG - Dopo il rinvio dovuto alla pandemia, arriva al debutto in prima assoluta il 28 maggio alle 20.30 al Teatro Regio di Parma il balletto 'Quartetto per la fine del tempo', una commissione del Teatro Regio in occasione di Parma Capitale italiana della cultura 2021. Lo spettacolo, portato in scena dal Nuovo Balletto di Toscana diretto da Cristina Bozzolini, vede i dieci artisti della compagnia tradurre in danza le tinte apocalittiche del 'Quatuor pour la fin du Temps' di Oliver Messiaen, eseguito dal vivo da Daniel Roscia, clarinetto, Antonio Aiello violino, Leonardo Sapere, violoncello. Il balletto sarà introdotto da Antonio Siringo al pianoforte, che eseguirà 'La valse' di Maurice Ravel.
In sintonia con 'La cultura batte il tempo', tema ispiratore di Parma Capitale Italiana per la cultura 2021, è proprio il tempo, nella sua concezione religiosa, filosofica e musicale, a costituire il filo conduttore di 'Quatuor pour la fin du Temps', composizione tra le più rappresentative del repertorio cameristico novecentesco, strutturata in otto movimenti, ciascuno ispirato a un testo specifico del Libro dell'Apocalisse. Le fonti letterarie e le circostanze legate alla genesi dell'opera, composta nel 1941 nel campo di concentramento di Görlitz, dove Oliver Messiaen restò prigioniero per un anno, sono alla base della coreografia di Mario Bermúdez Gil, che trae origine da un approfondito lavoro di ricerca sul movimento e sulla fisicità dei dieci danzatori.
"La circostanza della genesi di quest'opera desta una fortissima commozione - scrive il coreografo -. Ho cercato di mantenere una stretta connessione con la struttura originale della composizione e con le fonti bibliche che hanno ispirato Messiaen. Il mio intento è quello di tracciare il più possibile il parallelo tra l'ispirazione alla base della partitura musicale e la mia coreografia, che si nutre di un lavoro di ricerca con i danzatori del Balletto di Toscana su quella fisicità e quel dinamismo che rende riconoscibile il mio linguaggio". (ANSA).