Salvati nel 2012, illuminano il nuovo municipio
Sembrava che dovessero cadere da un momento all'altro, invece sono rimasti su e sono stati salvati, protetti, restaurati e poi riportati "a casa". I lampadari in vetro appesi nel salone di rappresentanza del municipio di Sant'Agostino, in provincia di Ferrara sono stati rimossi dai vigili del fuoco la mattina del 4 giugno 2012, a due settimane dal sisma che cambiò per sempre il volto di quel territorio. Oggetti preziosi, donati da Italo Balbo, sono diventati tra i simboli di quelle giornate.
Alle 4.04 del 20 maggio di dieci anni fa il terremoto squarciò la parte laterale del municipio di Sant'Agostino. Dalla voragine si vedevano i lampadari rimasti chissà come appesi mentre finestre, mattoni, calcinacci e pavimenti cadevano giù. I danni all'edificio erano troppi e dopo una lunga analisi della situazione si decise per l'abbattimento.
Prima della demolizione, avvenuta con microcariche di dinamite nel corso dell'estate, i vigili del fuoco recuperarono tutto ciò che era recuperabile. Non fu facile. Nei giorni immediatamente successivi al terremoto vennero recuperati documenti, faldoni e materiali d'archivio poi, quando ormai non si poteva più aspettare, i pompieri si concentrarono sui lampadari. Le opere, tutte in vetro di Murano, prima di essere donate a Sant'Agostino da Balbo illuminavano le sale del Castello Estense. Una volta messi in salvo, i lampadari vennero portati nella Reggia Ducale di Sassuolo insieme ad altre opere salvate dal terremoto. Anni dopo vennero affidati dal Consorzio vetrai di Murano e da gennaio 2021 sono tornati a dare luce al Comune.
Il nuovo municipio non è stato costruito sulle macerie del precedente, bensì all'interno dell'edificio razionalista che fino a dieci anni fa ospitava le scuole medie. La struttura, anch'essa danneggiata gravemente dalle scosse, è stata completamente ristrutturata e ripensata per essere trasformata in palazzo municipale. Una volta finiti i lavori di rifacimento i lampadari sono stati trasportati nuovamente in paese e installati in quella che oggi è la sala consiliare del Comune di Terre del Reno.