Il 3 marzo alla Sala Biagi con il pianista Marino Nicolini
(ANSA) - BOLOGNA, 02 MAR - Di recente ha registrato sei brani inediti di Niccolò Paganini ritrovati assieme al musicologo Danilo Prefumo ed eseguiti sul violino di Paganini, il celeberrimo Guarneri del Gesù detto "Il Cannone", ha una tecnica fra le più evolute in ambito internazionale e un repertorio vastissimo: si tratta del parmense Luca Fanfoni, uno dei maggiori violinisti italiani, che il 3 marzo alle 20.30 tornerà ad esibirsi a Bologna alla Sala Biagi del Quartiere Santo Stefano in duo col pianista Marino Nicolini, secondo appuntamento della stagione concertistica di Conoscere la Musica - Mario Pellegrini.
In programma ci sono tre capolavori della letteratura violinistica: la prima Sonata Op. 105 di Robert Schumann, la Sonata N. 3 Op. 108 di Johannes Brahms e la Sonata Op. 94bis di Sergej Prokof'ev.
Diplomato al Conservatorio di Milano e perfezionatosi con due grandi violinisti come Leonid Kogan e Franco Gulli all'Accademia Chigiana di Siena e Dora Schwarzberg all'Università di Vienna, Luca Fanfoni è stato violino di spalla delle orchestre del Teatro alla Scala e del Teatro Comunale di Bologna dopo aver vinto numerosi concorsi internazionali fra cui il Romanini di Brescia e il Viotti di Vercelli. In Sala Biagi al suo fianco siederà il pianista di origine mantovana Marino Nicolini, come Fanfoni docente al Conservatorio "A. Boito" di Parma, il quale oltre ad essere un autentico virtuoso del suo strumento, è anche, caso assai raro, un valente interprete al violino.
La Sonata in la minore op. 105 di Robert Schumann è la prima e più riuscita di tre opere per violino e pianoforte, composta dal 12 al 16 settembre 1851, subito sottoposta al giudizio della moglie Clara Wieck (forse la più grande pianista dell'800) che ne rimase letteralmente "incantata e commossa". Più rigore musicale pur nel profondo slancio romantico pervade la terza Sonata di Johannes Brahms, l'Op. 108 in si minore. Rigore, ardore, ironia e spericolato virtuosismo sussistono con pari intensità nella seconda Sonata di Sergei Prokof'ev, certamente più nota ed eseguita nella versione per flauto e pianoforte.
(ANSA).