Università: Ubertini saluta Bologna 'non arrocchiamoci'

Emilia Romagna

La sagoma di Zaki alle spalle, nel discorso Eco, il Papa, Draghi

"Non possiamo arroccarci dentro le mura degli atenei, dobbiamo renderci attori del cambiamento. Per questo dobbiamo continuare a spingerci sempre più verso l'Europa, l'Europa delle grandi vie del sapere che oggi porta il nobile nome di Erasmus". E' uno dei passaggi conclusivi del saluto alla comunità dell'Alma Mater del rettore di Bologna Francesco Ubertini, al termine del suo mandato. Un discorso pronunciato nell'aula magna di Santa Lucia, riaperta per la cerimonia mentre non sono ancora conclusi i lavori di ristrutturazione e con alle spalle, su una sedia, la sagoma di cartone di Patrick Zaki, lo studente egiziano detenuto nel suo Paese di cui tante volte in questi mesi Ubertini ha chiesto la liberazione.
    Al centro del discorso del rettore uscente, che passa il testimone a Giovanni Molari, le parole "condivisione", "sostenibilità", "Europa" e "apertura". Quest'ultima, in particolare, per Ubertini significa "capacità di rendere l'istituzione un luogo di accoglienza per tutti, dove è possibile tenere in vita lo spirito profondo di comunità vera, cioé capace di confrontarsi con ciò che si trova al di fuori della sua identità istituzionale".
    Simbolo di questo processo sono i portici di Bologna, da poco riconosciuti patrimonio dell'Unesco: "Non dimentichiamo che proprio i portici sono nati anche per consentire a un numero maggiore di studenti di abitare in città, fin dai primi decenni di fondazione dell'Alma Mater", ha detto, dopo aver ricordato i personaggi che in questi anni sono stati ospitati dall'Ateneo, Mattarella, Draghi, Papa Francesco, Saviano, Piano. "Non posso dimenticare - ha detto - che qui, sei anni fa, ho iniziato a pochi giorni dalla scomparsa di Umberto Eco e che per quasi sei anni abbiamo lavorato al progetto della biblioteca di Eco, che arriverà da noi, insieme al suo archivio e costituirà uno dei grandi poli di studio del nostro Ateneo".

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