L'isola disabitata di Haydn ha aperto la stagione a Ravenna

Emilia Romagna
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Direttore Nicola Valentini, regista Luigi De Angelis

 L'isola disabitata, opera raramente rappresentata, almeno sulle scene italiane, di Franz Joseph Haydn su libretto di Pietro Metastasio, ha aperto con buon successo la stagione lirica del Teatro Alighieri di Ravenna. Decima tra le quattordici scritte dal compositore austriaco, uno dei maggiori esponenti del classicismo viennese, segna un passaggio nella produzione haydniana poiché, per la prima volta, i recitativi sono accompagnati da tutta l'orchestra e non dal solo cembalo, cosa che la rende abbastanza più vicina all'orecchio dell'ascoltatore, sia di fine '700 (l'opera debuttò nel 1779) che dei nostri tempi.
    Artefici di questa nuova ripresa, coprodotta con l'Opéra de Dijon dove andrà in scena dal 27 novembre al 3 dicembre prossimi, sono stati il direttore Nicola Valentini e il gruppo di Fanny & Alexander capitanato dal regista Luigi De Angelis.
    Spettacolo assai gradevole sia dal punto di vista musicale che da quello visuale grazie anche al contributo di un eccellente quartetto vocale composto dai soprani Giuseppina Bridelli e Anna Maria Sarra (le sorelle Costanza e Silvia, disperse sull'isola del titolo), del tenore Krystian Adam (Gernando, marito imprigionato di Costanza) e del basso Christian Senn (Enrico, amico di Gernando e poi innamorato di Silvia). Allestimento basato sull'uso massiccio di proiezioni e di luci e sulla bella sinfonia iniziale, che già anticipa il carattere dei personaggi, si assiste all'arrivo in teatro delle due protagoniste femminili, e poi immagini dal drone dei tetti ravennati e dell'isola siciliana di Marettimo, perché, secondo De Angelis, "essendo un'isola pietrosa, le rocce, soprattutto nella parte occidentale, sono aguzze, dure, ricordano la durezza che abita nel cuore di Costanza. Da un punto di vista cromatico si parte dal bianco e nero del sogno di Costanza fino ad arrivare ai colori intensi che si accendono nell'isola nella stagione autunnale, soprattutto al tramonto". I costumi, disegnati da Chiara Lagani, non alludono ad alcuna epoca, al contrario sono pensati al presente, e forse un tantino eccessivi. (ANSA).
   

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