Covid: lettera infermiera, siamo a pezzi, tutti usino testa

Emilia Romagna

'Continuiamo a resistere e a tenere per mano i pazienti'

"Siamo andati in frantumi talmente tante volte, per i pazienti che abbiamo perso, che non abbiamo più frammenti da riattaccare", giorno dopo giorno, "dopo turni infiniti, da cui usciamo stanchi e doloranti", continuiamo "a tenere per mano chi assistiamo anche quando vengono addormentati per intubarli e farli respirare meglio". A tutti "chiediamo solo di usare la testa, di essere responsabili di aiutarci a uscirne, possibilmente migliori e non peggiori". Sono alcuni passaggi di una lettera che Laura Berti, infermiera impegnata nel Reparto di terapia intensiva dell'Ospedale Maggiore di Bologna, ha dedicato ai colleghi, e non solo.
    Il suo è un invito ad avere coraggio e a resistere, nelle settimane intense dopo il nuovo aumento dei contagi da coronavirus, per chi è in prima linea "ed è pieno di cicatrici. Abbiamo ferite e smagliature nell'anima - scrive Berti - perché ci sono morti pazienti fra le mani più spesso di quanto sia umanamente sopportabile". Medici, infermieri, operatori socio-sanitari "allo stremo, continuano a dare il meglio che possono - aggiunge l'infermiera - dedico questa lettera a noi che faremo ancora video dove cantiamo e balliamo, non perché non ci sia nulla da fare, ma proprio perché abbiamo bisogno di alleggerirci il peso sulle spalle".

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