Il pm 'La telefonata di Bersani fu acquisita'
"Mio malgrado mi vedo costretto a precisare alcune notizie stampa che stanno circolando in questi giorni, circa la mancata acquisizione, al processo Savi, della telefonata riferibile al signor Bersani. Detta telefonata venne da me messa in deposito nell'ambito del processo svoltosi in Corte d'Assise nei confronti dei fratelli Savi, Marino Occhipinti e Pietro Gugliotta". Lo dice Valter Giovannini, il pubblico ministero che condusse l'accusa nei processi sui delitti bolognesi della Banda della Uno Bianca, in riferimento ad una intercettazione telefonica dell'agosto del 1992 tra Marino Bersani e un amico di famiglia con oggetto la figlia di Bersani, Simonetta, testimone le cui dichiarazioni accusarono per l'eccidio del Pilastro i fratelli Santagata, poi assolti dopo la confessione dei Savi che per quell'episodio sono stati condannati.
Bersani venne poi indagata ma il processo si chiuse per prescrizione nel 2007, come ricordato nei giorni scorsi da Ludovico Mitilini, fratello di uno dei tre carabinieri uccisi al Pilastro che ha citato il fatto tra gli elementi che intende segnalare nel chiedere una riapertura delle indagini. Nella telefonata Bersani diceva all'amico di "capi" che avrebbero rassicurato la figlia garantendole "un grande avvocato" e dicendole che erano "tutti con lei". Sul tema il deputato di FdI Galeazzo Bignami ha annunciato una interrogazione parlamentare, chiedendo perché non fu mai acquisita agli atti.
Ma che sia agli atti, dice Giovannini, ora sostituto procuratore generale, "è dimostrato dal fatto che all'udienza del 26 ottobre 1996 un difensore di parte civile la utilizzò per porre delle domande al signor Bersani ed io produssi la trascrizione alla Corte". " All'epoca della prima indagine sulla strage del Pilastro e della registrazione di detta telefonata - continua il magistrato - io lavoravo ancora presso la Procura di Monza essendo arrivato a Bologna nel gennaio 1993. Iniziai ad occuparmi di un episodio criminoso della banda nell'ottobre 1994 e nei mesi successivi mi venne affidato dall'allora Procuratore della Repubblica l'incarico di gestire le indagini su tutti i fatti criminosi riferibili alla banda della Uno bianca accaduti in Bologna e provincia". (ANSA).