Aperti 53 beni il 17-18 e 24-25 ottobre, obbligo di prenotazione
Rocche, dimore storiche, riserve naturali: in Emilia-Romagna tornano le Giornate autunnali del Fai con 53 beni culturali aperti al pubblico in 27 luoghi della regione in due weekend 17-18 e 24-25 ottobre, con un focus particolare sul paesaggio e sull'ambiente oltre che a speciali misure anti Covid.
Quest'anno l'edizione è dedicata alla figura di Giulia Maria Crespi, morta a luglio, storica fondatrice del Fai. È nella sua opera, ha sottolineato Mauro Felicori, assessore regionale a Cultura e Paesaggio, che in Italia rivive "il modello inglese di gestione dei beni culturali, caratterizzato da un'ampia pratica dei principi di sussidiarietà ma in cui anche i cittadini fanno la loro con i Trust, salvando i beni dall'oblio, dal degrado, gestendoli, nonché facendosi promotori della promulgazione culturale". Questo "fa il Fai", ha sottolineato Felicori lanciando giornate che sono soprattutto "un grande incontro tra i beni culturali italiani e i cittadini". Giornate, ha aggiunto, Marina Forni, presidente Fai Emilia-Romagna, che "devono portare gioia".
Le file a cui tutti siamo abituati probabilmente quest'anno verranno meno: ogni ingresso dovrà essere prenotato online per evitare assembramenti e rispettare le regole anti Covid. I visitatori indosseranno la mascherina, le visite saranno organizzate in gruppi da 5 a 15 persone. La gestione, oltre ai volontari Fai, sarà affidata a Protezione civile, carabinieri e per la prima volta anche alla Croce Rossa.
In Emilia-Romagna tanti i gioielli da poter conoscere. A Bologna apriranno le porte tre suggestivi palazzi storici: Palazzo Fava da San Domenico, Palazzo Davia Bargellini e Palazzo Boncompagni. A Dozza si verrà guidati nelle strade del borgo immersi nell'arte di importanti pittori del Novecento che ne hanno dipinto i muri. A Ravenna l'esposizione straordinaria del Manoscritto della Biblioteca Classense. Nell'appennino modenese, a Guiglia, verranno svelati i segreti del castello e del feudo Montecuccoli Laderchi.
Con il proprio contributo, che sarà libero, si potrà dare ristoro alle casse del Fai in un anno segnato dalla crisi Covid.