'Emergenza Covid-19 ha interrotto il dialogo con l'amministrazione'
Un presidio a Bologna per chiedere "un dialogo con l'amministrazione penitenziaria, interrotto nel pieno dell'emergenza Covid-19", "più personale" e "sicurezza per chi, durante la pandemia, ha affrontato le rivolte in carcere". Sono i messaggi lanciati questa mattina, davanti alla sede del provveditorato regionale dell'amministrazione penitenziaria dell'Emilia-Romagna, dai sindacati che rappresentano gli agenti di Polizia penitenziaria. Con bandiere e striscioni, le sezioni regionali del Sappe, Sinappe, Uil, Cisl, Cgil, Uspp e Cnpp hanno fatto il punto sugli ultimi mesi.
"Abbiamo vissuto un momento drammatico: in tutta Italia una trentina istituti sono stati quasi completamente distrutti - ha spiegato Giovanni Battista Durante, segretario generale aggiunto Sappe - l'Emilia-Romagna è stata tra le regioni più colpite. Il carcere di Modena è stato distrutto, a Bologna non ci sono ancora le condizioni per riaprire, a Parma vogliono riaprire un padiglione e non hanno convocato i sindacati per parlarne. Il Covid-19 ha spento ogni relazione tra sindacati e amministrazione penitenziaria"."Manca il personale - ha aggiunto Antonio Fellone, segretario nazionale Sinappe - e si parla di riaperture di nuovi padiglioni? Non è possibile. Chiediamo prima garanzie per i nostri poliziotti poi pensiamo ad altro".
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