Assalto alla Cgil, indagati 4 esponenti di Forza Nuova Puglia

Puglia

'Emersa fitta rete contatti con i vertici nazionali movimento'

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 Rispondono del reato di "addestramento ad attività con finalità di terrorismo anche internazionale" (articolo 270 quinquies del codice penale), i quattro esponenti di Forza Nuova perquisiti su disposizione della Dda di Bari perché coinvolti, secondo l'accusa, nell'assalto alla sede romana della Cgil del 9 ottobre scorso, nell'ambito di una manifestazione contro il green pass. Gli indagati pugliesi sono i cugini baresi Roberto e Beatrice Falco, di 53 e 45 anni, il primo referente provinciale di Forza Nuova, il foggiano Domenico Carlucci di 54 anni e il brindisino Adriano Dagnello di 31 anni.

 Gli indagati risultano coinvolti nella manifestazione di Roma del 9 ottobre scorso, quando fu assaltata la sede della Cgil, e uno di loro era già risultato "coinvolto attivamente - spiegano gli investigatori - nelle manifestazioni di piazza organizzate, in territorio barese, nei mesi scorsi, contro le politiche nazionali e comunitarie di contrasto alla pandemia Covid da parte di gruppi di protesta apparentemente non politicizzati".

    Dagli approfondimenti investigativi, su delega del procuratore di Bari Roberto Rossi, dell'aggiunto coordinatore della Dda Francesco Giannella e del sostituto Ignazio Francesco Abbadessa, "è emersa una fitta rete di contatti tra i vertici nazionali del movimento e i destinatari dell'odierna attività di indagine", spiegano gli investigatori.

    Il monitoraggio della rete web e, in particolare, dei profili social riconducibili a due dei militanti di Forza Nuova oggi perquisiti, ha consentito di accertare la loro partecipazione alla manifestazione del 9 ottobre. I due avevano postato dirette Facebook e immagini "che confermavano la loro presenza in punti cardine della manifestazione". Sul post/immagine del profilo social di un terzo indagato era stato invece pubblicato parte del comunicato diramato da Forza Nuova, a firma degli esponenti nazionali Giuseppe Provenzale, Luca Castellini, Davide Pirillo e Stefano Saija, "con cui si inneggiava esplicitamente ad 'innalzare il livello dello scontro' e che il 'popolo non si fermerà'".

    Ulteriore attività investigativa "ha poi consentito di collocare a Roma, il giorno della manifestazione in argomento - proseguono gli investigatori - , anche il quarto degli indagati e di comprovare, in conclusione, una fitta rete di contatti tra loro e con i referenti nazionali del movimento". 

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