Migranti a Taranto: Msf, '15enne prigioniero per due anni'

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'Buone condizioni salute a bordo, hanno vissuto momenti duri'

(ANSA) - TARANTO, 16 OTT - "Possiamo raccontare la storia di un ragazzino di 15 anni che per due anni è stato tenuto prigioniero in un centro di detenzione. Non è accompagnato. Non ci sono diritti umani rispettati, questo è abbastanza chiaro".
    Lo hanno rivelato Berger Jay, Juan Paolo Manuel Sanchez, e Luisa Albera del 'Project staff Medici senza Frontiere' (Msf), a margine dello sbarco di 176 migranti dalla nave Ocean Viking avvenuto questa mattina al molo san Cataldo del porto di Taranto. Tra i minori arrivati c'è anche una bimba di appena dieci mesi, camerunense. I migranti sbarcati hanno vissuto momenti difficili "nei centri di detenzione - hanno evidenziato i rappresentanti di Msf - qualcuno anche per anni". Tra loro "non ci sono però malattie gravi, e le condizioni di salute sono buone". "Le persone che abbiamo soccorso nella prima imbarcazione trovata vicino alla piattaforma petrolifera - hanno aggiunto - era più di un giorno che erano in viaggio, erano alla deriva, non avevano più possibilità di utilizzare il motore e non avevano più grandi speranze di arrivare da nessuna parte". Quando "abbiamo ricevuto da parte dalla Guardia Costiera libica l'invito a portare a Tripoli le persone che avevamo soccorso - hanno puntualizzato i rappresentanti di Medici senza frontiere - abbiamo detto di no perché c'é una legge precisa che ci impedisce di portare le persone in un porto che non sia sicuro". "Quando siamo partiti da Marsiglia diretti verso la Libia, passando vicino a Lampedusa - hanno ricordato - in quel lunedì 7 ottobre che purtroppo è rimasto nella storia, c'è stato un naufragio dell'imbarcazione e le autorità italiane ci hanno chiesto di partecipare alla ricerca di eventuali sopravvissuti.
    È stato un grande passo per noi essere ingaggiati per una ricerca dalle autorità. Nonostante la ricerca, purtroppo, non siamo riusciti a trovare nessuno". Secondo gli esponenti dello staff di Medici senza frontiere, "in caso di soccorso e di richiesta di aiuto in mare, tutte le navi a disposizione dovrebbero essere ingaggiate nella ricerca.
    Si parla di vite umane ed è un diritto la vita". (ANSA).
   

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