"In contrasto con valori costituzionali di ambiente e salute"
La Consulta ha dichiarato incostituzionale l'aumento dei tributi per i rifiuti non pericolosi provenienti da altre regioni e smaltiti in Valle d'Aosta. La differenziazione tariffaria era stata decisa con la legge di stabilità 2020 e le disposizioni collegate al bilancio della Valle d'Aosta: il tributo è di 10 euro a tonnellata per i rifiuti prodotti in regione e di 25,82 euro/tonnellata per quelli provenienti da fuori Valle. Una decisione che era arrivata anche a seguito delle polemiche riguardanti le discariche di Chalamy (Issogne) e Pompiod (Aymavilles) contro cui erano state presentate due petizioni degli abitanti.
Secondo la Consulta "la differenziazione del prelievo in ragione della provenienza regionale o extraregionale del rifiuto non solo non trova giustificazione nei valori costituzionali della tutela ambientale e della salute, ma addirittura si pone in contrasto con essi perché comporterebbe una maggiore movimentazione dei rifiuti sul territorio nazionale". Inoltre "la norma impugnata, determinando un ostacolo fiscale alla libera circolazione delle merci, non è neppure riconducibile a un esercizio legittimo delle competenze regionali, perché queste non possono alterare in peius gli standard ambientali statali".
Il 21 aprile scorso la Corte costituzionale aveva bocciato alcune modifiche alla legge regionale della Valle d'Aosta in materia di gestione di rifiuti (numero 31 del 2017) introdotte a inizio 2020 dal Consiglio regionale con l'obiettivo di disincentivare la realizzazione e l'utilizzo delle discariche per il conferimento di rifiuti speciali provenienti da altre regioni. Si trattava in particolare del divieto di completamento dei lavori per le attività di gestione dei rifiuti speciali nelle discariche non ancora in esercizio al gennaio 2020 e la possibilità di impiegare solo fino al 20% della capacità annua autorizzata le discariche per inerti provenienti da altre regioni.