Stava effettuando lavori stradali. In corso il recupero del corpo
Il medico dell'elisoccorso ha constatato il decesso dell'operaio precipitato oggi nell'orrido di Pré-Saint-Didier, in alta Valle d'Aosta. Il corpo è in fase di recupero. L'elicottero non può effettuare manovre a causa della scarsa visibilità per nubi. Il medico è stato portato nel torrente con l'impiego del verricello. L'operaio stava effettuando dei lavori stradali sulla statale 26 per un'impresa quando è precipitato. Sul posto il Soccorso alpino valdostano, il 118, i vigili del fuoco, il Corpo forestale e le forze dell'ordine. E' stato anche allertato il Soccorso alpino della guardia di finanza.
Incidenti lavoro: operaio morto in orrido, scivolato su neve - E' scivolato sulla neve l'operaio morto stamane precipitando per circa 200 metri nell'orrido di Pré-Saint-Didier. In base alle prime testimonianze dei colleghi, l'uomo aveva detto loro che si sarebbe allontanato per espletare i propri bisogni fisiologici. Poi nessuno l'ha più visto. L'allarme è partito dopo che gli altri operai hanno notato le tracce di scivolamento sulla neve. Sul posto anche i carabinieri della stazione di Morgex.
Vittima è Giuseppe D'Agostino, di 43 anni - L’operaio morto stamane dopo essere precipitato nell’orrido di Pré-Saint-Didier è Giuseppe D’Agostino, di 43 anni, originario di Catanzaro. Lavorava per un’impresa edile di Saint-Vincent. In base a una prima ricostruzione, si è allontanato dal gruppo di colleghi con cui stava lavorando per espletare un bisogno fisiologico, quando è scivolato dal ripido pendio, tra neve, ghiaccio e nebbia. I primi accertamenti sull'accaduto sono stati svolti dai carabinieri della stazione di Morgex. Ora le indagini sono affidate al Servizio prevenzione e sicurezza ambienti di lavoro dell'Usl della Valle d’Aosta.
Sindacati, some possono accadere simili tragedie? - "Come possono ancora accadere simili disgrazie se le normative di igiene e sicurezza sul lavoro vengono fatte rispettare. Al di la delle inutili polemiche sul come e perché certe cose accadono e su quali siano le reali responsabilità, che anche in questo caso dovranno essere accertate, ricadenti sui diversi attori della sicurezza che operano nei cantieri, ci chiediamo se si deve perdere la vita per guadagnarsi da vivere?". E' quanto si legge in una nota delle organizzazioni sindacali Cgil, Cisl, Uil e Savt dopo l'incidente sul lavoro in cui ha perso la vita un operaio a Pré-Saint-Didier. "Le norme sulla Cassa lntegrazione, introdotte con il Jobs Act che, di fatto, impediscono la sospensione dei cantieri edili durante il periodo invernale, costringendo gli operai a lavorare con temperature rigide ed in condizioni di disagio, possono giustificare il profitto e la perdita di vite umane - prosegue la nota - obbligando la manodopera edile ad operare in situazioni estreme che mettono a rischio la loro incolumità? Un'altra vita spezzata si aggiunge alla lunga lista di morti per il lavoro che ritenevamo potesse essersi interrotta".
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