COVID, il punto in Valle d'Aosta

Valle D'Aosta
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Continua braccio di ferro con Roma.Ipotesi apertura sci a atleti

In deroga alla zona rossa la Valle d'Aosta proroga fino a domenica l'ordinanza di apertura dei piccoli negozi che il Governo aveva chiesto di revocare. Tira dritto la regione autonoma, che ieri ha varato una legge per avere più spazio di manovra nella gestione delle misure di prevenzione. E progetta di aprire alcune stazioni da sci, anche se solo per gli agonisti, in aggiunta al comprensorio di Breuil-Cervinia già in funzione da inizio novembre per gli allenamenti degli atleti di élite.
    Continua dunque il braccio di ferro tra il presidente Erik Lavevaz e il ministro per gli affari regionali Francesco Boccia dopo l'invito di ieri a ritirare le disposizioni valdostane che alleggeriscono la stretta sulle attività commerciali. "Questa scelta va posizionata nell'ambito di prerogative costituzionali", ha spiegato Lavevaz. "Abbiamo voluto fare questa ordinanza - ha aggiunto - perché ci è sembrato evidente che con questi passaggi fatti nelle ultime settimane si siano create disuguaglianze importanti tra cittadini italiani".
    All'origine delle tensioni tra Roma e Aosta c'è il mancato passaggio alla zona arancione, atteso per venerdì scorso, ma concesso solo a Piemonte Lombardia e Calabria. "Abbiamo dati da zona arancione dal 9 novembre, ma saremo riclassificati solo domenica prossima 6 dicembre, quindi dopo quasi un mese; inoltre saremo con tutta probabilità in zona gialla intorno al 20 dicembre anche se i dati ci inseriscono in quella fascia già dal 15 novembre. C'è qualcosa che non va", ha rimarcato il presidente della Regione, anticipando che l'Rt valdostano è sceso a 0.70 circa.
    Sui rapporti con la regione autonoma è tornato il ministro Boccia provando ad ammorbidire i tono ruvidi di ieri: "Io penso che le regioni, soprattutto a Statuto speciale, dalla leale collaborazione alla quale spesso ci richiama il presidente Mattarella hanno solo da guadagnarci", ha detto, invitando la Valle d'Aosta a rimanere in "un perimetro, che è quello dentro cui siamo, di profilassi internazionale, che porta lo Stato centrale a indicare linee guida a tutela della salute". Ma la bozza dell'ultimo Dpcm apre un nuovo fronte: "Siamo stati infastiditi dalla norma su spostamenti che consideriamo iniqua", ha commentato Lavevaz. "Ci sono comuni e comuni, - ha ancora detto - anche Roma è un comune ma con milioni di abitanti e con un'estensione enorme. Non ci si potrà spostare nel comune vicino per il pranzo di Natale, anche nei comuni dove magari non c'è un ristorante. Questo crea disparità tra territori". Anche sull'apertura degli impianti da sci il presidente valdostano lamenta: "Non è stata recepita nessuna delle nostre proposte".
   

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