Monaci, non solo stimolo culturale ma anche occasione confronto
L'Università della Valle d'Aosta ha aderito al Manifesto dell'Università inclusiva. Punti programmatici sono "non discriminazione, accoglienza, conoscenza, integrazione, valorizzazione delle differenze, partecipazione".
Promosso dall'Alto Commissariato della Nazioni Unite per i Rifugiati, il Manifesto - a cui hanno aderito 38 università italiane - si propone di "favorire l'inclusione negli atenei italiani di studenti e ricercatori richiedenti asilo e titolari di protezione internazionale: il presupposto di partenza è che le esperienze culturali, tecniche e intellettuali di cui i rifugiati sono portatori possano costituire una grande risorsa per l'Italia e concorrere alla realizzazione di azioni di "terza missione" delle Università per la valorizzazione della conoscenza e la promozione dello sviluppo sociale, culturale ed economico delle società e dei territori".
A tal proposito gli atenei si impegnano "a intraprendere o ad ampliare attività e programmi congiunti che consentano il superamento di problemi, anche di carattere economico e amministrativo-burocratico, che ancora troppo spesso impediscono ai giovani rifugiati l'accesso all'istruzione universitaria".
"La partecipazione alla rete - commenta la rettrice dell'Univdao, Mariagrazia Monaci - costituisce non soltanto uno stimolo culturale all'approfondimento interdisciplinare di temi come le migrazioni forzate e le loro cause, la protezione internazionale e il diritto allo studio, ma anche un'importante occasione per favorire nella comunità dell'Ateneo un dialogo tra studenti, ricercatori, docenti e cittadinanza su contenuti trasversali che, per la loro complessità e attualità, meritano di essere affrontati a partire da conoscenze scientificamente fondate".