Fase 2: commercianti in piazza a St-Vincent sfidano divieti

Valle D'Aosta

"Rischiamo di non riaprire più". Intervenuti i carabinieri

(ANSA) - AOSTA, 27 APR - Un gruppo di commercianti è sceso in piazza a Saint-Vincent all'indomani dell'annuncio della fase due da parte del premier Giuseppe Conte. Circa 20 i presenti in piazza Funicolare secondo le forze dell'ordine intervenute, il doppio secondo gli stessi esercenti. "Siamo consapevoli dei divieti ma cosa dovevamo fare? Abbiamo indossato le mascherine, tenuto le distanze. Più di così? Allora non si può più parlare, creare, ragionare. Se uno lo fa in sicurezza non vedo dove sia il problema. Qui rischiamo di non aprire più l'attività. E siamo tanti, in tutta Italia", spiega Valerio Artaz, titolare di un bar del paese. Sul posto sono intervenuti carabinieri e polizia locale. Nessuno è stato al momento sanzionato. Dopo la fine della riunione, i commercianti sono rientrati a casa.
    "Ci siamo resi conto che se applichiamo anche solo il 50 per cento delle norme che sono previste per i nostri locali, siamo praticamente spacciati, siamo rovinati. Aprire al 30 per cento delle potenzialità del locale, non avendo nemmeno la garanzia che quel 30 per cento arrivi...", aggiunge Artaz. "Non riesco a capacitarmi - spiega - di come sui mezzi pubblici sia richiesto un distanziamento di 90 centimetri, mentre a noi di ben due metri. O il virus si propaga in maniera diversa o c'è qualcosa che non funziona".
    I commercianti vorrebbero organizzare una riunione "il 5 maggio alle 15. Avevamo già contattato il sindaco di Saint-Vincent, ci sarebbe stata la disponibilità di darci lo stadio Perucca, ma l'ultimo decreto vieta assembramenti. E' vietato confrontarsi, anche in sicurezza. Questo mi sembra una grossa forzatura. Noi non vogliamo protestare, vogliamo proporre. Ma siamo in tanti, è impossibile fare un collegamento via Skype, dobbiamo ritrovarci".
    Anche in base all'ultimo decreto, sottolinea il sindaco di Saint-Vincent, Mario Borgio, "sono vietati gli assembramenti, sia in spazi pubblici sia in spazi privati. Quindi dovranno trovare un altro modo per portare avanti le loro istanze. Come amministrazione siamo ben contenti di sentirli, perché i problemi ci sono realmente" ed è ben accetto ogni contributo per "risolverli o ad attenuarli". (ANSA).
   

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