Coronavirus: infermiere guarito, ottimista ma ho avuto paura

Valle D'Aosta
@ANSA

'Colpito dalla solidarietà dei vicini'

"Sono sempre stato ottimista, sapevo che ne saremmo usciti, ma quando mia moglie è peggiorata ho avuto paura". Si lascia alle spalle quasi un mese di isolamento, Giovanni Ienaro, infermiere dell'ospedale Parini di Aosta, runner e presidente della società sportiva Team Inrun, risultato positivo al Covid-19 e ora guarito. "Se ricevere l'ordinanza di isolamento in contumacia ti fa sentire un appestato, - ricorda - l'ultimo certificato di tampone negativo ti fa vedere la luce e ti dà un senso di liberazione".
    "Il 13 marzo - racconta - sono arrivati i primi sintomi tipici del coronavirus ed è suonato il campanello d'allarme: lavorando in ospedale ho avuto subito il sospetto di essermi ammalato, per prudenza ho chiamato il numero di soccorso". Il contagio ha colpito anche il figlio di sei anni (guarito) e la moglie, ora in attesa dell'ultimo tampone di controllo. La bimba di 4 anni è rimasta invece negativa.
    "Dal punto di vista della patologia io ero tutto sommato ottimista, - prosegue - ma c'è stato un momento di grande tensione, quando mia moglie ha avuto un peggioramento del quadro respiratorio ed è arrivata l'ambulanza, è la prima volta che ne parlo dopo un mese". Un brutto periodo che tuttavia lascia una scia di ottimismo: "Ciò che mi ha colpito di più è la solidarietà delle persone che sapevano: è stata una cosa pazzesca e bellissima, viviamo a Valpelline da pochi mesi, il sindaco ogni giorno mi ha mandato un messaggio per chiedere come stavamo, se avevamo bisogno della spesa, delle medicine, a Pasqua ci ha fatto avere le uova per i bambini e anche i vicini di casa si sono spesi per noi, per capire se avevamo bisogno".
    Sabato tornerà al lavoro, in sala operatoria e terapia intensiva: "Rimane un po' di preoccupazione", ammette. 
   

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