Pm, direttore lavori non fece armare scavo in cui morì 44enne
Il gup Davide Paladino ha condannato a 4 mesi di reclusione (pena sospesa) l'architetto Alex Gaspard, di 36 anni, accusato di omicidio colposo per la morte dell'artigiano Piero Jaccod, di Ayas. Il 25 ottobre 2017 l'uomo, all'epoca quarantaquattrenne, era stato travolto e sommerso da una massa di terra e rocce mentre posava tubazioni all'interno di uno scavo per collegare una stalla alla rete fognaria, in frazione Periasc.
Il pm Francesco Pizzato aveva chiesto una condanna a sei mesi. Secondo l'accusa Gaspard, in veste di direttore dei lavori, non aveva preteso che l'impresa esecutrice redigesse il piano operativo per la sicurezza e non aveva adottato misure preventive idonee a impedire infortuni: trattandosi di scavi più profondi di 1,5 metri - circa 2,2 metri - con materiale di risulta sui bordi, avrebbero dovuto esserci delle armature sulle pareti (senza le quali i lavori avrebbero dovuto essere fermati). Inoltre, sempre in base alle indagini, è emerso che un'ora prima dei fatti Gaspard era in cantiere.
Alcuni parenti della vittima si erano costituiti parte civile e, al termine del processo con rito abbreviato, il gup Paladino ha condannato Gaspard al risarcimento da quantificare in un giudizio civile.
L'architetto era tornato davanti a un giudice dopo che il pm Pizzato aveva riformulato le accuse nei suoi confronti, con il rinvio degli atti in procura al termine del processo che, nell'estate del 2018, aveva portato alla condanna a 8 mesi di reclusione del coimputato, l'impresario di Ayas Fabrizio Merlet, di 54 anni.
Secondo la procura, infatti, Gaspard non era solo progettista, "ma anche e soprattutto - era emerso in aula - direttore dei lavori". Il pm non aveva proceduto per le lesioni subito da un secondo addetto agli scavi, essendo inferiori ai 40 giorni di prognosi.