Lo si legge in motivazioni sentenza condanna ex au Frigerio
"E' stato prodotto un grave danno che ha comportato che 120 milioni di denaro pubblico sono stati sottratti a finalità ben prioritarie (sanità, trasporti) rispetto al ritardare lo stato di insolvenza della casa da gioco". Lo scrive il presidente del tribunale di Aosta, Eugenio Gramola, nelle motivazioni della sentenza di condanna a quattro anni emessa nei confronti dell'ex amministratore unico del Casinò di Saint-Vincent Luca Frigerio.
Il processo riguardava i 140 milioni di euro di finanziamenti regionali erogati alla casa da gioco tra il 2012 e il 2015. Frigerio era imputato per falso in bilancio e truffa ai danni dello Stato. Secondo i giudici, inoltre, Frigerio non merita attenuanti "per la reiterazione delle condotte sempre più sfrontate mano a mano che le perdite del Casinò si aggravavano".
Oltre all'"assenza di qualsiasi forma di pentimento" da parte dell'imputato, i giudici rilevano anche che "le conseguenze del reato non hanno nemmeno portato al risanamento del casinò".
Giudici, piani di sviluppo? Spessore solo cartaceo - "I piani industriali redatti dal Casinò si caratterizzano, in sostanza, per il loro spessore esclusivamente cartaceo". Lo scrive il presidente del tribunale di Aosta, Eugenio Gramola, nelle motivazioni della sentenza con cui il 27 marzo è stato condannato l'ex amministratore unico della Casinò de la Vallée spa Luca Frigerio a quattro anni di reclusione, a un risarcimento da 120 milioni di euro alla Regione, disponendo inoltre la confisca di beni per altri 120 milioni. Era imputato per falso in bilancio e truffa ai danni dello Stato nel processo sui 140 milioni di euro di finanziamenti regionali erogati alla casa da gioco tra il 2012 e il 2015.
Le previsioni di crescita erano, si legge, "del tutto inattendibili" e "sembra che l'effetto miracolistico dell'incremento dei proventi (previsti prima del 2012, ndr) dovesse derivare dal solo fatto che si sarebbe completato il rinnovamento della struttura del Grand Hotel Billia, dimenticando però che le camere dell'albergo andavano poi riempite (di giocatori)".[T] Una eventualità "che peraltro è difficilmente realizzabile rispetto ad una situazione di crisi non solo generalizzata, ma anche specifica del settore gioco d'azzardo, dalla quale, pure, il Frigerio aveva piena consapevolezza".
L'8 novembre 2018 il gup Paolo De Paola aveva assolto tutti gli altri sei imputati nello stesso procedimento "perché il fatto non sussiste": si tratta degli ex assessori alle Finanze Mauro Baccega ed Ego Perron, dell'ex presidente della Regione Augusto Rollandin, dell'ex au Lorenzo Sommo, degli ex sindaci Fabrizio Brunello, Jean Paul Zanini e Laura Filetti, per i quali il pm Eugenia Menichetti aveva chiesto condanne tra i due e i cinque anni di reclusione.
Casinò: giudici, truffati Consiglio e Giunta - "Il Consiglio e/o la Giunta regionale si sono determinati a concedere i finanziamenti a seguito delle artefatte previsioni di rilancio e di ritorno all'utile del Casinò". Lo scrive il presidente del tribunale di Aosta, Eugenio Gramola, spiegando gli elementi del reato di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche nelle motivazioni della sentenza di condanna a quattro anni di reclusione emessa nei confronti dell'ex amministratore unico del Casinò di Saint-Vincent Luca Frigerio. I giudici fanno propria quindi la tesi della procura di Aosta, secondo cui la Regione aveva deliberato finanziamenti (dal 2012 al 2014) per 120 milioni di euro dopo essere stata indotta in errore da bilanci che dissimulavano perdite di esercizio per 16,5 milioni nel 2013 e per 22,5 milioni nel 2014 (per il 2012 era scattata la prescrizione). "I consiglieri - scrive Gramola - avevano una conoscenza approssimativa della situazione economica del Casinò, sostanzialmente basata su quanto veniva rappresentato dall'assessore al bilancio, dal presidente e dall'amministratore delegato dal Casinò". Il dato emerge dalle "dichiarazioni dei consiglieri regionali in occasione della discussione concernente la situazione del Casinò" e dalle "delibere da adottarsi per disporre i finanziamenti, presentati come necessari".
"L'unica voce che specificatamente e motivatamente, soprattutto quanto all'ultimo finanziamento, si è opposta è stata quella del consigliere Gerandin".
Riguardo all'accusa di falso in bilancio, scrive Gramola, anche la società di revisione "è stata ingannata dai nebulosissimi ed insufficienti elementi a disposizione e allegati al bilancio" 2014.