Cassazione vieta per 6 mesi a Leo nomina in commissioni concorsi
La procura di Aosta ha chiesto il rinvio a giudizio dei sei indagati nell'inchiesta sul concorso per medici ginecologi promosso dall'Usl della Valle d'Aosta nella primavera del 2018. Sono il primario del reparto di ostetricia e ginecologia, Livio Leo, di 56 anni, che era presidente della commissione giudicatrice, Enrico Negrone (59), medico in Piemonte, e i quattro candidati che avevano superato la prima prova scritta, poi annullata dall'azienda sanitaria.
Intanto ieri la Corte di cassazione disposto per Leo la sospensione per sei mesi della possibilità di essere nominato membro di commissione per altri concorsi. Per il pm Luca Ceccanti a essere favoriti erano stati alcuni medici che conoscevano Leo e che con lui avevano curato in passato pubblicazioni scientifiche; inoltre uno di loro aveva lavorato, e un altro si era specializzato, nell'ospedale di Novara dove Leo era stato dirigente di primo livello dal 2004 al 2014. Tutto ciò avrebbe penalizzato altri colleghi che da tempo lavoravano al Beauregard.
I candidati per i quali la procura ha chiesto il rinvio a giudizio sono Veronica Arfuso, Andrea Capuano, Francesca Deambrogio e Riccardo Fiorentino. Avevano superato la prova contestata, dalla quale erano stati esclusi altri tre ginecologi.
L'ipotesi di abuso d'ufficio riguarda la presunta violazione della legge in merito alla tipologia di prova scelta, che sarebbe dovuta consistere in una serie di quesiti a risposta aperta e non in un test con 50 domande a risposta multipla. La rivelazione di segreto d'ufficio riguarda l'ipotesi che le domande siano arrivate prima della prova ai quattro candidati imputati, che avevano realizzato punteggi attorno a 27/30.
L'inchiesta era partita da un esposto dell'allora assessore regionale Emily Rini.