Giornate FAI di Primavera, cosa vedere nelle Marche: 8 luoghi aperti ai visitatori

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L'appuntamento con la 31esima edizione del più importante evento dedicato al patrimonio culturale e paesaggistico del nostro Paese è per sabato 25 e domenica 26 marzo

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Torna l'appuntamento con le Giornate le Giornate FAI di Primavera, il più importante evento dedicato al patrimonio culturale e paesaggistico del nostro Paese. La manifestazione, che si svolgerà sabato 25 e domenica 26 marzo è giunta alla 31esima edizione. Ecco alcuni dei luoghi che si possono visitare nelle Marche. (FAI IN LOMBARDIA)

Chiesa del Gesù di Ancona

L'apertura della chiesa del Gesù rappresenta un'occasione i visitatori di scoprire l'edificio in tutto il suo splendore, a seguito dei recenti restauri, e per conoscere il progetto urbanistico architettonico di Luigi Vanvitelli che nella prima metà del XVIII secolo ha contribuito, a caratterizzare la forma urbis della città di Ancona con gli edifici della Mole (Lazzaretto), della chiesa del Gesù, dell'Arco Clementino e della Lanterna.

Abbazia di Santa Maria in Castagnola di Chiaravalle

L'abbazia di Chiaravalle ha tre particolarità: si trova al centro del paese a cui ha dato nome e impulso; i rimaneggiamenti testimoniano il dinamismo del luogo e le molteplici vicende storiche; a essa si collegano le altre eccellenze di Chiaravalle (la Manifattura Tabacchi, la Palazzina Marulli e la casa natale di Maria Montessori.

Castello di Sassoferrato Bartolus Magister

Il castello di Sassoferrato è lo scenario di un racconto sulla vita e la storia di uno dei più grandi giuristi medievali d'Europa. Durante la giornata si potrà visitare il museo storico civico e archeologico e il percorso si concluderà nelle antiche carceri. È uno dei castelli medievali meglio conservati al livello architettonico delle Marche. Da qui si può osservare il panorama che va dall'Appennino umbro-marchigiano fino alla valle del Sentino.

Cinta muraria di Senigallia

È prevista una visita guidata a tappe lungo il perimetro della cinta muraria di Senigallia, durante la quale saranno evidenziate le parti valorizzate e restaurate, ma anche alcune parti di questo manufatto identitario della città che restano ancora in gran parte poco visibili, perché nascoste. Il percorso ha la finalità di dare consapevolezza del valore storico e della potenzialità monumentale delle mura, soprattutto quelle cinquecentesche dei Della Rovere, espressione di quella visione idealizzata di città, propria delle corti rinascimentali, che nel caso di Senigallia si esprime nell'armonia geometrica del pentagono.

Ponte di Cecco, Ascoli Piceno

Sarà possibile percorrere uno dei più antichi ponti romani della città, sempre chiuso al pubblico. L'imponente mole del Forte Malatesta che lo sovrasta e la gola profonda dell'alveo del Castellano rendono la passeggiata estremamente suggestiva. Distrutto parzialmente dall'esercito tedesco in ritirata nel giugno del 1944, fu riedificato negli anni 60-70 dall'architetto Giuseppe Zander, mantenendo le forme originarie dell'opera e riutilizzando i blocchi di travertino superstiti recuperati sulle sponde del fiume.

Palazzo Piacentini, San Benedetto del Tronto

Palazzo Piacentini, con tutto quello che in esso è presente, rappresenta l'antico ma moderno e poetico racconto corale della città di San Benedetto, della sua antica capacita `di accoglienza e del suo rapporto con il mare, che ne ha condizionato la crescita economica, il dispiegarsi del tessuto urbanistico, il conseguente modificarsi delle caratteristiche demografiche. Eccezionale la presentazione del quadro seicentesco della 'Battaglia di Lepanto'.

Biblioteca Romolo Spezioli, a Fermo

La Biblioteca conserva più di 6mila stampe e 4mila disegni provenienti principalmente dal fondo dell'architetto Giovan Battista Carducci. Degna di nota è la sala storica, interamente scaffalata in noce, a doppio ordine con ballatoio. Per l'occasione saranno esposte opere di altissimo pregio: la prima edizione italiana dell'Encyclopedie francaise di Diderot con tavole illustrate, una lettera di Cristoforo Colombo scritta di ritorno dal primo viaggio nelle Indie, li Libro delle Ore della Regina, un'edizione del XVI sec. della Divina Commedia.

Palazzo e teatro comunale di Arcevia

Il Palazzo Comunale si affaccia su piazza Garibaldi, al centro della città medievale, e attesta l'avvenuta fusione dei due castelli Turris Rupta e Rocka de Contrado da cui è nato il comune di Rocca Contrada (oggi Arcevia). Nominato per la prima volta nel 1259 (uno dei più antichi della regione), subì notevoli modifiche nel corso dei secoli, fino ad arrivare al restauro del primo ‘900, che ha accentuato le caratteristiche gotiche che in parte doveva avere. Il Teatro Misa è uno dei teatri storici più belli della regione Marche, un gioiello architettonico costruito tra il 1840 e il 1845 dagli architetti Giuseppe Ferroni e Vincenzo Ghinelli.

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