A Marzocca si parla anche di dimensione adriatica
(ANSA) - ANCONA, 22 LUG - E' partita alle 18:00 di oggi Demanio Marittimo KM-278, maratona dedicata alle arti, all'architettura, al design e alla dimensione adriatica, curata da Cristiana Colli e Pippo Ciorra, giunta alla 12/a edizione.
Come ogni anno si svolge sulla spiaggia di Marzocca di Senigallia e andrà avanti per 12 ore fino alle 6 di domani mattina. "Visions&Tools" il tema di quest'anno, un filo conduttore che rimanda alla capacità di pre-visione e all'urgenza di elaborare nuove tattiche per affrontare gli scenari futuri, in collaborazione con Marzocca Re-Lab. Lo spazio pubblico che accoglie il progetto è il risultato di un concorso tra gli studenti dell'Accademia di Architettura di Mendrisio. Il progetto vincitore dell'edizione 2022 - Nordovest Sudest, di Tobia De Eccher, Lorenzo Tirabosco, Edoardo Massa - è uno spazio ritmato da cinque micromonumenti rivolti al mare, "edificato" per una notte. Il programma comprende un omaggio al Maestri del Territorio, dedicato a Ubaldo Fiorenzi, il profeta del costruire con la terra cruda, e per la figlia Giò, un'artista che ha lasciato pitture e sculture destinate a futuri programmi di valorizzazione. Dal paesaggio adriatico si arriva ai rappresentanti dell'architettura globale, come Mario Botta e Benedetta Tagliabue. La lunga maratona si rivolge anche a talenti e idee emergenti dell'architettura e delle arti legate ai concorsi, come quello per il "Grande MAXXI". Spazio anche e testimoni marchigiane e adriatiche. Ai giovanissimi è dedicata anche la nuova piattaforma europea LINA. Ci sono inoltre opere di artisti come Zhanna Kadyrova con l'installazione Palianytsia e il film IONOI di Nico Vascellari; la performance di "danzarchitettura" zyx! di Silvia Cassetta, lo statement collezionistico della Fondazione Cirulli tra arte, architettura, design. Ancora in programma un talk con Massimo Raffeli su Pasolini e una partita di calcio con artisti, architetti, letterati - adriatici contro tirrenici - curata da Jacopo Costanzo, una citazione di quella partita epica giocata a Parma per Bernardo Bertolucci durante le riprese di Novecento. (ANSA).