A Porto Recanati, dopo due arresti Ps Ancona si cerca un terzo
(ANSA) - ANCONA, 07 FEB - "Sei arrabbiata? Come va? Dai usciamo per un aperitivo...". Qualche mese dopo lo stupro di gruppo subito il 24 aprile scorso a Porto Recanati (Macerata), e le minacce estese alla famiglia affinché non parlasse, una 35enne di Ancona, commessa in un negozio, sarebbe stata contattata dal presunto stupratore come se nulla fosse accaduto.
La circostanza, insieme alla 'visita' in negozio di un altra persona coinvolta, consigliarono alla donna, che nel frattempo aveva denunciato in Questura di Ancona, di fornire gli elementi per identificare gli aguzzini dopo i timori iniziali. Nei giorni scorsi, su ordine del gip di Macerata Claudio Bonifazi chiesto dal pm Rosanna Buccini, la Squadra Mobile di Ancona aveva arrestato due uomini per concorso nella violenza di gruppo commessa dopo un party, a base di alcol e cocaina, in un'abitazione diversa, durante la zona arancione Covid.
Ora si cerca il 'terzo uomo' che la 35enne non conosceva e di cui diede solo una descrizione di massima. In carcere sono già finiti un 44enne campano, insegnante di sostegno, che lavora in un'istituto tecnico superiore dell'Anconetano, accusato di aver materialmente abusato della donna, e un 52enne muratore piemontese, che, insieme al terzo uomo l'avrebbe bloccata durante lo stupro a casa del docente. Gli indagati, che si dicono estranei alle accuse, sono rimasti in silenzio davanti al gip.
La Mobile, guidata da Carlo Pinto, attende le deleghe per sentire altri potenziali testimoni. La 35enne riferì che i tre, durante il party, le chiesero di accompagnarli in auto a prendere del vino perché era terminato; e che poi invece si consumò lo stupro. Impaurita dalle minacce del prof ("sono come Batman - le avrebbe detto -, una persona diversa da quella che appare"), li riaccompagnò al party, e tornò a casa: poi la corsa in ospedale, l'attivazione del codice rosso e la denuncia.
(ANSA).