Uno bianca: Zecchi, 'uccidevano per il gusto di uccidere'

Marche
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Cerimonia nel Bolognese a 33 anni omicidio Beccari

(ANSA) - BOLOGNA, 19 FEB - "Uccidevano per il gusto di uccidere anche quando non importava, so che la Chiesa imporrebbe di perdonare, ma io non ce la faccio". Con queste parole la presidente dell'associazione familiari delle vittime della Uno Bianca, Rosanna Zecchi, è tornata a ribadire la propria posizione sui componenti della banda e in particolare su Fabio Savi, che ha recentemente inviato una lettera al Resto del Carlino in cui ha scritto di non avere presentato le proprie scuse per i fatti di sangue per rispetto delle persone uccise.
    Zecchi ha parlato questa mattina in occasione della cerimonia con cui, davanti al supermercato Coop di Casalecchio di Reno, nel Bolognese, è stato commemorato il 33/o anniversario dell'omicidio della guardia giurata Carlo Beccari, colpito a morte il 19 febbraio 1988 durante una rapina a un portavalori, mentre cercava di proteggere alcuni colleghi dell'istituto La Patria, che restarono feriti.
    "Un comportamento da eroe - ha detto il sindaco di Casalecchio Massimo Bosso - come sancito dalla Medaglia d'Oro al Merito Civile che gli è stata conferita dalla Presidenza della Repubblica". L'anziano padre di Beccari non ha potuto essere presente alla cerimonia perché malato e la figlia, che all'epoca dell'omicidio aveva tre anni, oggi vive in Puglia ed è stata tenuta lontana dalle restrizioni agli spostamenti per il Covid.
    "Cerco di essere sempre presente io - ha detto ancora Zecchi - penso sia doveroso ricordare le nostre vittime, perché qualsiasi persona morta per mano di questi assassini per me è un eroe, anche se non gli hanno dato la medaglia." Zecchi non ha voluto rispondere alla lettera di Fabio Savi: "La mia paura è che lui dialogando con noi punti ad avere permessi premio, ma io con gli assassini non dialogo. Per me deve rimanere in carcere e se ha un po' di dignità deve stare zitto". Riguardo la ex compagna di Savi Eva Mikula, che ha appena pubblicato un libro autobiografico, Zecchi dice: "E' stata zitta 30 anni, poteva parlare prima, a me non la dà ad intendere che lei è una vittima". (ANSA).
   

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