Crisi climatica, attesa per il nuovo rapporto dell'Ipcc: perché è così importante

Ambiente
Alberto Giuffrè

Alberto Giuffrè

Lunedì 20 a Interlaken, in Svizzera, la presentazione del rapporto che chiude un ciclo: per molto anni a venire il testo sarà la principale bussola in mano a chi dovrà prendere decisioni per affrontare la crisi climatica

Sarà una sintesi di quanto è stato scoperto negli ultimi anni. Aggiungerà qualche informazione in più. Ma soprattutto, per molto anni a venire, sarà la principale bussola in mano a chi dovrà prendere decisioni per affrontare la crisi climatica. È il nuovo rapporto dell’Ipcc, il braccio scientifico delle Nazioni Unite che si occupa di cambiamenti climatici.

Perché è importante

Verrà presentato lunedì 20 a Interlaken, in Svizzera, e chiuderà un ciclo di rapporti iniziato nel 2021. Per leggere il successivo bisognerà aspettare gli anni ’30. Ecco perché c’è molta attesa per la pubblicazione di questo testo su cui, nell’ultima settimana, una nutrita comunità scientifica si è concentrata pesando ogni parola fino all’ultima virgola. Scienziati da tutti i Paesi del mondo che si sono così riuniti in Svizzera, per la prima volta in presenza dall'inizio della pandemia.

Nessun dubbio: dietro alla crisi c'è l'azione dell'uomo

Cosa c’è da aspettarsi. Vedremo sicuramente una sintesi di quanto emerso negli ultimi testi, a partire dalle evidenze scientifiche: questo gruppo di lavoro ha tolto ogni dubbio al fatto che dietro alla crisi climatica ci sia l’azione dell’uomo con la dipendenza dai combustibili fossili. In tutto il mondo, poi, si osservano prove del fatto che la frequenza e l’intensità degli eventi estremi sono aumentate. Mettendo a rischio la vita di milioni di persone. Abbiamo però – assicurano gli scienziati - tutti gli strumenti per un futuro vivibile. Ad esempio le energie rinnovabili il cui costo non è mai stato così basso.

Direzione Cop28

Da qui si parte per scoprire un testo che sarà il punto di riferimento per decisori politici alla Cop28, la conferenza delle Nazioni Unite che si terrà a fine anno a Dubai e in cui i leader mondiali dovranno fare il punto sugli obiettivi fissati per limitare il riscaldamento globale a un grado e mezzo rispetto al periodo pre-industriale. Quel grado e mezzo che è la soglia che ci separa da una crisi ancora più grave. 

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