Romagna, la diga di Ridracoli tracima: non succedeva da due anni

Ambiente

Flavio Isernia

In un momento di grave siccità, grazie alle ultime piogge per la Romagna è assicurata una scorta di acqua potabile fondamentale per la prossima estate. "A disposizione 33 milioni di metri cubi"

Una grande cascata si stacca dalla diga di Ridracoli, sull’Appennino di Forlì e Cesena. Non accadeva da due anni. Effetto delle ultime piogge e della neve. Uno spettacolo per i visitatori: sono tanti quelli che nel fine settimana si inerpicano fin quassù, nel cuore del Parco delle Foreste Casentinesi, per immortalare l’evento. Ma è soprattutto per la Romagna una scorta di acqua potabile fondamentale per la prossima estate. Il Presidente di Romagna Acque, che gestisce l’impianto, è qui anche di domenica. Dall’invaso l’acqua con un salto di oltre 100 metri precipita a valle, nel fiume Bidente.

"A disposizione 33milioni di metri cubi di acqua"

“Finalmente”, dice Tonino Bernabè: “In un momento di siccità così grave che colpisce tutto il nord Italia, questa tracimazione per la Romagna è un evento davvero importante. Così abbiamo messo in sicurezza i Comuni della costa romagnola e la domanda estiva di acqua in particolare per il turismo”. Tira un sospiro di sollievo Bernabè: “In questo momento abbiamo a disposizione 33milioni di metri cubi di acqua. La variabilità climatica condiziona le disponibilità: l’anno scorso abbiamo prodotto 52 milioni di metri cubi, nel 2021 erano 58 milioni. Utilizzando maggiormente l’acqua di Ridracoli possiamo inoltre favorire la ricarica delle falde che ha bisogno di più tempo.”

La diga, elemento di sicurezza per la Romagna

Tra le più grandi del nord, sette anni per realizzarla, completata nel 1982, la Diga di Ridracoli è un elemento di sicurezza per tutto il territorio romagnolo. “La diga protegge la vallata”, spiega ancora Bernabè, “riempiendosi riesce a laminare le piene anche quando ci sono eventi di tipo alluvionale. Ma naturalmente la sicurezza principale che garantisce è quella idropotabile. Senza quella scelta visionaria la Romagna oggi soffrirebbe come altri territori di questo Paese la siccità.” E c’è un piano di allargamento. La crisi idrica degli ultimi anni lo ha chiarito: bisogna accumulare più acqua quando si può per utilizzarla quando occorre.  

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