Earth Hour, i pericoli dell'inquinamento luminoso

Ambiente
Il 30 marzo alle 20.30 (ora locale dei singoli luoghi dove si aderisce all'iniziativa) si spengono le luci di tutto il mondo per un'ora, in occasione della Earth Hour (foto: archivio Getty Images)

Nel giorno dell'Ora della Terra, sono previsti in tutto il pianeta 60 minuti a luci spente: un gesto simbolico, che serve anche a sensibilizzare l'opinione pubblica sui rischi derivanti da questo fenomeno

L'inquinamento luminoso rischiara il cielo notturno in oltre metà degli habitat naturali nel mondo e ancora non è chiaro quali siano le conseguenze sulla fauna selvatica. Il giorno dell'Earth Hour, quando in tutto il mondo le luci si spegeranno per 60 minuti, è l'occasione per conoscere meglio gli effetti di questo fenomeno.  

L'Ora della Terra 2019

La manifestazione mondiale indetta dal Wwf raggiunge sabato 30 marzo per la sua dodicesima edizione. Quest'anno lo slogan è #Connect2Earth, che vuole sottolineare lo stretto legame tra uomo e natura. L'appuntamento centrale per l'Italia si svolgerà a Matera, città Capitale Europea della Cultura 2019 e già sito Unesco dal 1993. In programma c'è lo spegnimento simbolico dell'area di San Pietro Caveoso e della Rupe dell'Idris dalle 20:30 alle 21:30. Sono centinaia i comuni che hanno aderito a Earth Hour 2019. Tra cui Milano, Palermo, Napoli, Bologna, Firenze, Venezia, Trieste, Reggio Calabria e Perugia.

Due tipi di inquinamento luminoso

Come ogni anno, la grande mobilitazione globale del Wwf parte dal gesto simbolico di spegnere le luci durante un'ora, un modo per sensibilizzare l'opinione pubblica verso un futuro sostenibile e vincere la sfida del cambiamento climatico. Un altro aspetto cruciale sollevato dall'Ora della Terra riguarda l'inquinamento luminoso, in particolare i pericoli derivanti da questo fenomeno e le conseguenze sulla flora e la fauna del nostro pianeta. Innanzitutto, bisogna distinguere tra due forme di inquinamento luminoso: quella tipica dei centri abitati, intensa e biancastra e quella più lontana dalle metropoli, caratterizzata da una luminosità dai toni aranciati. Recentemente l'Università di Exeter, nel Regno Unito, ha indagato proprio sul primo tipo di inquinamento luminoso, definito "skyglow" (letteralmente, "bagliore del cielo"). Questo fenomeno sarebbe così intenso e diffuso riguardare due terzi delle cosiddette "Key Biodiversity Areas", le aree che contribuiscono significativamente alla biodiversità del pianeta

Gli effetti della luce notturna su piante e animali

Non è ancora noto esattamente quali effetti sul lungo termine l'inquinamento luminoso possa avere sulla fauna selvatica. Tuttavia, è stato dimostrato che la luce notturna influenza il normale ciclo di vita sia di singoli animali che di interi ecosistemi. "Molte specie – spiega ad esempio Jo Garrett, autore principale della ricerca sullo "skyglow" dell'Università di Exeter – possono rispondere anche a piccoli cambiamenti nella luminosità notturna". Tra gli esseri viventi influenzati dall’alterazione della luminosità notturna ci sono microbi, piante e molti gruppi di animali tra i quali crostacei, insetti, pesci, anfibi, rettili, uccelli e mammiferi. Il cambiamento dell'illuminazione, prosegue il ricercatore, "ha un'enorme gamma di effetti, tra cui la produzione precoce di foglie per gli alberi, l'anticipazione del canto degli uccelli all'inizio della giornata, la modifica della percentuale di predatori nelle comunità di animali e il cambiamento del ciclo del carbonio negli ecosistemi".

Ambiente: I più letti