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Clean Sea Life, il progetto che aiuta i pescatori a smaltire i rifiuti

Ambiente
Il progetto ha organizzato una serie di attività dimostrative tra giugno e luglio (Getty Images, foto di repertorio)

È stata avviata la fase di sperimentazione di un'iniziativa co-finanziata dall’Ue. Obiettivo, instaurare una collaborazione tra chi lavora in mare e le autorità affinché, si proceda allo smaltimento a terra della spazzatura raccolta dalle reti. LO SPECIALE

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Ha preso il via la fase di sperimentazione di "Clean Sea Life", un progetto per evitare che la gran quantità di rifiuti raccolta dalle reti dei pescatori italiani finisca rigettata in mare. Si tratta di un’iniziativa europea che punta allo smaltimento del "marine litter" nei porti grazie alla collaborazione dei pescatori.

Collaborazione fra pescatori e autorità

Il progetto è capitanato dal Parco Nazionale dell'Asinara (Sassari) e coinvolge Sardegna, Emilia Romagna, Marche e Puglia, proponendo una serie di buone pratiche e mettendo a disposizione diverse infrastrutture, nel tentativo di riempire la lacuna creata dalle "norme poco chiare" in merito allo smaltimento dei rifiuti raccolti in mare. I pescatori, infatti, ogni giorno raccolgono grandi quantità di rifiuti nelle loro reti ma spesso non sanno come smaltirli. Per evitare che la spazzatura finisca rigettata in mare, Clean Sea Life mira ad instaurare una collaborazione proficua tra pescatori, amministrazioni comunali, Autorità Portuali, Capitaneria di Porto e aziende di smaltimento. A tal fine sono state organizzate una serie di attività dimostrative tra giugno e luglio, che verranno ripetute anche nel 2019 e nel 2020.

Una tonnellata e mezza di spazzatura in una sola notte

Nella prima fase della sperimentazione, il progetto co-finanziato dall’Unione Europea ha monitorato 34 pescherecci di Porto Torres (in provincia di Sassari), Rimini, San Benedetto del Tronto (Ascoli Piceno) e Manfredonia (Foggia) nella loro normale attività nell’arco di una notta in mare. Dai dati raccolti è emerso come le imbarcazioni in poche ore abbiano raccolto una tonnellata e mezza di spazzatura accumulata sui fondali che, una volta portata a terra, è stata smaltita. Nellle reti a strascico, come osservato da Clean Sea Life, sono finiti attrezzi da pesca perduti o abbandonati, copertoni, bottiglie, sacchetti, teli e stoviglie di plastica, tubi, boe, secchi di vernice e una quantità notevole di reste, le retine di allevamento delle cozze. Quest’ultime, infatti, con 424 chilogrammi rappresentano circa un terzo del totale dei rifiuti raccolti.